BRUNO COTRONEI E I SUOI LIBRI
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 Caravaggio e altri pittori del Seicento

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Bruno
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MessaggioTitolo: Caravaggio e altri pittori del Seicento   Caravaggio e altri pittori del  Seicento EmptyMar Lug 07, 2009 12:13 pm

<table cellSpacing=0 cellPadding=0 width="100%" border=0><tr><td colSpan=2>III
CARAVAGGIO
Alla grande decorazione barocca nelle cupole, nelle volte e su pareti di
palazzi nobili e chiese e a tutta l'intonazione celebrativa di tanta pittura di
storia o di soggetto religioso, si contrappone, nel Seicento e Settecento, una
vigorosa corrente realistica che tende anche a rappresentare scene di costume
o di genere o soltanto singoli elementi della realtà, come la natura morta, il
paesaggio, la veduta e il ritratto. Dovunque, ma soprattutto nei Paesi Bassi,
ognuno di tali generi si divide conducendo a vere e proprie specializzazioni.
Le tecniche usate sono, fra l'altro, il pastello, l'acquerello e il guazzo.
Parliamo ora di un artista la cui influenza diviene immensa in tutta
Europa e che con la sua opera e con quella dei suoi tanti seguaci, diretti ed
indiretti, rappresenta la contrapposizione più valida alla pittura barocca:
CARAVAGGIO.
MICHELANGELO MERISI detto CARAVAGGIO. (Caravaggio/Ber-
gamo 1573-1610). È figlio di un capomastro e giunge a Roma in pieno clima
di Controriforma.
Dopo duri inizi presso alcune botteghe, viene «scoperto» da un mece-
nate, il cardinale Dal Monte, che lo ospita, lo protegge e gli procura
commesse. Nel 1606 Caravaggio in una rissa ammazza un uomo e fugge
prima a Napoli e poi a Malta da dove, postosi in contrasto con potenti, deve
nuovamente allontanarsi recandosi a Siracusa, a Palermo e ancora a Napoli
(1609). Muore nel 1610.
Caravaggio e altri pittori del  Seicento W_cara10
Come pittore Caravaggio è un rivoluzionario della tradizione manieri-
stica ed è promotore della corrente più moderna e carica di conseguenze per
l'arte seicentesca. Egli rifiuta la cosiddetta «maestà dell'arte» e si pone
direttamente di fronte al vero rivolgendosi anche ai soggetti più umili e
volgari trovandovi il fondo di un'eterna realtà umana. Il tutto con una
serietà di osservazione senza retorica e una comprensione come atto profon-
damente spirituale che è capace di creare, con uno stile nuovo, una nuova
poesia.
Caravaggio non dipinge con la florida abbondanza, con la «virtuosa» Caravaggio e altri pittori del  Seicento W_cara11
'
bravura, la ridondante decorazione della pittura barocca ne idealizza il
soggetto, la storia, il mito. Preferisce soggetti senza storia e presenta
immagini fortemente semplificate che vengono svelate nella sua pittura allo
sguardo, dall'incidenza di una luce particolare, che ha esistenza, sorgente e
dirczione autonome e diviene il fondamentale elemento che genera la scena
Caravaggio e altri pittori del  Seicento W_cara12
rappresentata. Questa luce nel suo percorso scandaglia e determina lo spazio
e evidenzia i corpi che investe e modella (foto 20). In sostanza è il principio
della «luce-generatrice» un po' come m Leonardo, ma in Caravaggio non c'è
lo «sfumato», ma la violenza del chiaro sullo scuro e nelle sue opere esplode
la tragedia umana.
Delle sue opere ricordiamo: I giocatori di carte (1595), Canestro (1599),
Sacrificio di Isacco (1598), Bacco (1597), Cena in Emmaus (1598), Decora-
zione della Cappella Cantarelli (1599-602), Deposizione (1603, che è forse il
suo capolavoro). La morte della Vergine (1606, che fu rifiutata dal clero),
Davide con la testa di Golia (1606).
L'influsso immenso della pittura di Caravaggio si dirama da Roma in
tutta Europa per la folla di artisti stranieri che vi conviene quale capitale
mondiale dell'arte. Terbrugghen, Mattia Stomer, Baburen, Bylert e tanti
altri sono suoi seguaci. Finanche Rembrandt e Velazquez dopo Valentin,
Vouet e Scredine s'inseriscono nel grande flusso caravaggesco.
A Napoli i brevi soggiorni di Caravaggio generano una vivace scuola
locale con a capo G. Battista (detto Battistello) Caracciolo.

IV
RUBENS, PIETRO DA CORTONA, LUCA GIORDANO
VAN DYCK, NICOLAS POUSSIN, PELLEGRINI E TIEPOLO
PIETER PAUL RUBENS. (Siegen-Vestfalia 1577-1640). Nel 1598 è ad An-
versa dove è già un pittore ben conosciuto. Soggiorna in Italia dal 1600 al 1608
dove studia i pittori italiani e lavora per i Gonzaga. A Roma esegue alcune
opere come L'esaltazione della Croce e Gesù coronato di spine dove non segue
gli schemi disegnativi della pittura rinascimentale ed esprime un cattolicesimo
grandioso e glorificante tipico della nascente pittura barocca. Ciò viene
confermato quando, tornato in patria, fonda una famosa bottega nella quale
si avvale di artisti come Van Dyck, Jan Bruegel e Paul da Vos. Nelle tantissime
opere di quel periodo infatti le figure sono disposte - con libertà di posa - ad
occupare tutta la superficie del quadro e s'intravede il paesaggio, creando così
effetti atmosferici allusivi ad uno spazio infinito che è quanto mai caratteri-
stico della pittura barocca (Autoritratto con la moglie, 1609).
In qualcuno dei quadri di Rubens emergono suggestioni dell'opera di
Caravaggio e del suo realismo, che tanto aveva apprezzato a Roma, ma
l'opera di Rubens, nel suo complesso, è prettamente barocca nella sua
espressione più alta (// ratto delle figlio di Leucippo, 1615 e Cristo in croce
1620).
PIETRO BERRETTINI detto PIETRO DA CORTONA. (Cortona 1596
1669). Giunto a Roma nel 1612 e protetto dal cardinale Francesco Barberini,
Pietro da Cortona è il grande creatore della pittura barocca romana. Ha
Srande abilità di mano e tutto fa turbinare nelle sue opere, storia e mitologia,
in una composizione spettacolare con eccezionali prospettive multiple e
illusione scenografica che abbagliano il fruitore stupendolo più che persua-
dendolo. così come è nelle intenzioni dell'autore (Volta del salone di Palazzo
Barberini, 1633/39). Nasce in questo modo il fenomeno del « cortonismo » che
ha un'infinità, anche illustre, di continuatori.
LUCA GIORDANO. (Napoli 1634-1705). Nel 1655 è a Roma dove è noto prin-
cipalmente per la straordinaria velocità con la quale esegue un dipinto da cui gli
deriva il soprannome noto ed usato ancora oggi di « Luca-fa-presto ». Egli è do-
tato di fertile fantasia e nella Apoteosi di S. Gennaro, di grande splendore ero- '
matico, segna la transizione fra la pittura barocca e quella rococò.
ANTONIE VAN DYCK. (Anversa 1599-1641). È, giovanissimo, allievo di
Rubens.
Dopo vari viaggi anche in Italia diviene pittore di corte dell'arciduchessa
Isabella (1630) e poi nel 1632 è nominato pittore ufficiale del rè d'Inghilterra.
All'inizio la pittura di Van Dyck è quasi identica a quella di Rubens e forse,
l'unica distinzione, a parte la diversa maestria, è la pennellata più nervosa e
densa. L'influenza di Tiziano - visto in Italia - lo induce al «tonalismo» e a
composizioni eleganti e calme in contrapposizione alla concitazione barocca
da lui inizialmente adottata, e la grande leggerezza delle scene mitologiche
sembrano precorrere la pittura rococò (Rinaldo e Armidà).
Le sue cose migliori e più famose sono i ritratti (Carlo I e Figli di Carlo I)
che influenzano pittori di tutta Europa.
NICOLAS POUSSIN. (Les Andelys 1594-1665). Giunge a Roma nel 1624 e
vi rimane per tutta la sua vita. In lui si fondono in modo notevole la pittura
barocca e quella classica di derivazione veneziana ed in particolare tiziane-
sca. Ma in lui c'è anche fusione fra colore e disegno e una profonda
meditazione intellettuale (Baccanale davanti ad un'erma di Pan; II fatto delle
Sabine, 1637; La Sacra Famiglia sulla Scala).
GIOVANNI ANTONIO PELLEGRINI. (Venezia 1675-1741). La sua è
decisamente pittura rococò. Nei suoi dipinti inglesi usa raffigurare costumi
orientali e ricorre spesso all'illusionismo pittorico. Nelle sue opere sembra
che prevalga l'improvvisazione anche quando c'è un soggetto ben determi-
nato, ma egli mira con cura ad ottenere un effetto decorativo con la luce,
l'aria e gli scintillanti colori (Musicanti, Rebecca al pozzo).
GIAMBATTISTA TIEPOLO. (Venezia 1696-1770). Già nel 1617 è ufficial-
mente pittore. Con lui si conclude la pittura barocca anche se i suoi numerosi
seguaci proseguono su quella via.
Di derivazione del Veronese, l'opera del Tiepolo è notevole per mole e
qualità. Non c'è per lui superficie troppo grande da dipingere: niente è
impossibile. Egli riesce a creare un mondo fantastico al di fuori e al di sopra
delle leggi della natura. I soffitti da lui dipinti danno l'illusione di dissolvere
la muratura che è come sostituita da un ciclo arioso e il fruitore ha la
sensazione di avere una visione (La santa casa di Loreto). Nelle tante ville da
lui affrescate tutto è dipinto: i vani, le pareti, le volte. E tutto è intonato agli
ambienti, allo spazio e al gusto del tipo di vita che vi si svolge (Arcadia con
Angelica e Medorofra i Pastori).
Quando esegue l'affresco monumentale è meno «dolce» e la sua pittura
diviene apologetica e la forma raggiunge con la prospettiva aerea la sua
apoteosi (affreschi di Palazzo Clerici, della Residenza di Wùrzburg e del
Palazzo Reale di Madrid), Ma un mondo estetico finisce con Tiepolo al punto che, sebbene fornito di
tanta fama e prestigio, negli ultimi anni della sua vita rimane quasi senza la-
voro. Ciò avviene in Spagna quando la moda neoclassica diviene incipiente.
</TD></TR></TABLE>
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MessaggioTitolo: Re: Caravaggio e altri pittori del Seicento   Caravaggio e altri pittori del  Seicento EmptyMar Lug 07, 2009 7:05 pm

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Il Palacio Real de Madrid (Palazzo Reale di Madrid) è un imponente edificio situato sulla via Bailen. Oggi non è più la residenza ufficiale del Re ed è utilizzato solo per occasioni speciali. Il Re Juan Carlos e la Regina Sofia vivono in un altro palazzo chiamato Palacio de la Zarzuela, nella periferia di Madrid.

Il Palacio Real de Madrid possiede molte collezioni importanti che comprendono dipinti e oggetti storici. Goya, Velazquez e Caravaggio sono solo alcuni degli artisti di fama mondiale che possono essere ammirati in questo palazzo. Vi si trova inoltre l’unico quintetto di archi Stradivarius completo del mondo e una sorprendente collezione di armi del tredicesimo secolo.
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MessaggioTitolo: Re: Caravaggio e altri pittori del Seicento   Caravaggio e altri pittori del  Seicento EmptyMar Lug 07, 2009 7:21 pm

Ottimo questo inserimento

Bruno
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