BRUNO COTRONEI E I SUOI LIBRI
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 Pittura Neoclassica e Pittura Romantica

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Bruno
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MessaggioTitolo: Pittura Neoclassica e Pittura Romantica   Pittura Neoclassica e Pittura Romantica EmptyGio Lug 09, 2009 12:02 pm

<table cellSpacing=0 cellPadding=0 width="100%" border=0><tr><td colSpan=2>VELAZQUEZ, DE RIBERA, REMBRANDT,
TERBRUGGHEN E GOYA
DIEGO VELAZQUEZ. (Siviglia 1599-1660). Dal 1623 è pittore reale e de-
tiene l'assoluta supremazia sui pittori spagnoli dell'epoca. Nelle due uniche
occasioni in cui ha potuto lasciare la Spagna è venuto in Italia e vi ha
soggiornato. Questo fatto e la sua pittura dimostrano quanto si sia ispirato a
modelli caravaggeschi. Infatti immediato è il suo orientamento ad una
rappresentazione naturalistica con preferenza per le scene di vita popolare
(Acquaiolo di Siviglia) che hanno salda plasticità nelle figure e netti contrasti
chiaroscurali (Adorazione dei Magi). È, inoltre, straordinaria la libertà
cromatica dei suoi dipinti dai quali traspare anche una grande umanità che si
rivela specialmente nella serie di ritratti a nani buffoni di corte (Sebastian de
Morrà, 1644; El nino de Vallecas) e nella Resa di Breda (1635) che è la scena
di una resa dopo una battaglia dove la guerra non è vista come una eccitante
impresa, ma come una lotta dolorosa dove vincitori e vinti sono entrambi
lieti che sia finita; c'è quindi, oltre al realismo plastico, anche quello
psicologico che da alla scena qualcosa di patetico.
Velazquez può considerarsi come uno dei più grandi pittori di tutti i
tempi anche perché dal suo realismo esclude sempre di più ogni eccesso di
«compiacimento» tanto comune alla sua epoca.

Altre sue opere notevoli sono: Venere allo specchio. Papa Innocenze X,Pittura Neoclassica e Pittura Romantica W_vela10
Damigelle d'onore.
JUSEPE de RIBERA. (Jativa di Valencia 1591-1652). Dal 1616 è a Napoli
dove assimila la lezione del realismo caravaggesco e contribuisce ad influen-
zare la scuola napoletana della quale abbiamo già parlato e i cui massimi
esponenti caravaggeschi sono, oltre al Caracciolo, Massimo Stanziane e
Mattia Preti.
Ribera nella sua «pittura tenebrosa» mette volutamente in evidenza i
particolari macabri e grotteschi con un luminismo drammatico. Sia i santi
che i mendicanti o qualsiasi altro soggetto raffiguri sono fortemente tipizzati
e l'atmosfera è cupa (Ragazzo dal piede storto. Martirio di S. Bartolomeo,
La donna barbuta).
REMBRANDT VAN RIJN. (Leida 1606-1669). Figlio di un mugnaio
compie studi umanistici e frequenta l'università di Leida che lascia per
studiare pittura con maestri di gusto italianizzante. Nel 1625 inizia in proprio
l'attività di pittore ed incisore. Dapprima il suo stile tende alla pittura
barocca, ma presto se ne distacca totalmente. Ora nelle sue opere conflui-
scono tendenze realistiche ed egli diviene un sommo maestro del naturalismo
con una particolare preferenza per i soggetti che conosce bene. Rembrandt
mostra di non aver preclusione per alcun soggetto: tutti sono degni di essere
rappresentati in pittura purché sollecitino l'artista. Ciò lo rende un pioniere
dell'arte moderna e la dimostrazione più lampante è un suo quadro, // bue
macellato, dove il corpo scorticato è reso con eccezionale abilità ed emerge
sanguinante e consistente su un fondo tetro.
Gli effetti e i valori chiaroscurali sono indagati in tutta l'opera di
Rembrandt che è anche sperimentatore di una pittura materica dove il colore
pastoso crea effetti luministici.
Come ritrattista Rembrandt ottiene un folgorante successo ed in partico-
lare il ritratto di gruppo trova in lui un innovatore in quanto egli riesce, con
immediatezza, a coinvolgere in una medesima azione tutti i personaggi dei
quali riesce a raffigurare i più intimi stati d'animo (Lezione d'anatomia del
dottar Tulp, Saskia ridente. Costruttore navale con la moglie e il famosis-
simo Ronda di notte).
Altre sue opere di intensissima emotività fra i moltissimi dipinti, disegni
ed incisioni, sono i capolavori: Tré alberi, Ecce Homo, Tré croci. Negazione
di S. Pietro, Sposa ebraica. Giuramento dei baiavi e la lunga gamma degli
autoritratti.
HENDRICK TERBRUGGHEN. (Devebter 1588-1629). Non è un sommo
pittore come Rembrandt, ma è importante perché soggiorna a Roma per
molto tempo e poi, tornato in Olanda, diffonde il caravaggismo, da lui
profondamente sentito, a cui aderisce un folto gruppo di artisti olandesi.
Sue opere: Incoronazione di spine. Chiamata di S. Matteo
GOYA Y LUCIENTES FRANCISCO. (Fuendetodos-Saragozza 1746-
1828). Tenta invano di vincere borse di studio concesse dall'Accademia di
S. Fernando (che abbiamo già citato nel capitolo sulla pittura rinascimen-
tale) e dopo un viaggio in Italia (1771) riceve l'incarico di decorare alcune
pareti della chiesa di Nuestra Senora del Filar in Saragozza e poi (1774) di
eseguire sessanta cartoni per l'arazzerla reale per i quali impiega diciotto anni
e che gli danno la notorietà e la nomina a pittore di camera del rè. Di qui
inizia la sua famosa attività di ritrattista di personaggi dell'alta società
(Duchessa d'Alba, Contessa di Chinchon, Ferdinand Guillemardet) nei quali
c'è un'inquietante penetrazione psicologica, ma troppa fissità di posa.
Nel 1792 Goya diviene quasi sordo, ma continua a dipingere in modo più *
efficace alternando affreschi a piccoli dipinti e ritratti.
La grandezza artistica di Goya consiste nella sua modernità di dipingere
con pari interesse qualsiasi soggetto ricavandone effetti pittorici di assoluta
avanguardia e che precorrono l'impressionismo, ma la sua pittura è ancora
settecentesca e si rifa alla scuola napoletana, a Tiepolo e principalmente a
Velazquez da cui prende libertà di esecuzione e quel realismo che lo conduce
a lasciare una drammatica testimonianza delle vicende del suo tempo
(Disastri di guerra, 1810; Fucilazioni del 3 maggio 1808).
Pittura Neoclassica e Pittura Romantica Goya_f10
Famosissimi sono le due Majas (la vestita e la nuda) dipinte nel 1805 e La
famiglia di Carlo IV(ISOO) dalla stesura pittorica a grandi macchie e dove si
può scoprire una spietata denuncia dei difetti della famiglia del rè.
Dopo vicissitudini varie Goya si apparta nella sua casa in campagna e ne
dipinge le pareti con la serie delle «pitture nere» orribili e misteriose. Con
queste visioni di un mondo impazzito si conclude l'attività dell'ultimo artista
del Settecento che precorre Courbet e Manet.

VI
PITTURA NEOCLASSICA
Per Neoclassicismo si intende lo stile artistico sviluppatesi in Europa fra
la fine del XVIII e l'inizio del XIX secolo.
In esso v'è una ripresa programmata, di stimolo dottrinale ed erudito
dell arte antica classica e quindi del mondo figurativo greco-romano.
Non vi è più, come è avvenuto dal Rinascimento in poi, fino al rococò
una continuità seppure con notevolissime variazioni di cultura, ma un taglio
netto.
Mentre dal Rinascimento in poi l'arte antica è liberamente reinterpretata
nel neoclassicismo - è opportuno ribadire - l'arte antica diviene oggetto di
teorizzazione e di una quasi fanatica ricostruzione archeologica.
Nel 1738 erano iniziati gli scavi di Ercolano e dieci anni dopo quelli di
Pompei e poco oltre il 1750 pubblicazioni francesi ed inglesi facevano
conoscere i monumenti della Grecia mentre venivano indagati anche i templi
di Paestum.
Non bisogna dimenticare inoltre che le condizioni politico-sociali vanno
fortemente mutando con l'avvento massiccio della borghesia e le traumati-
che rivoluzioni francese ed inglese (quest'ultima soltanto industriale).
L'antichità viene presa come modello: Roma repubblicana durante la
rivoluzione francese; Roma imperiale durante il successivo periodo napoleo-
nico; la Grecia sempre, come esempio insuperabile di perfezione estetica
etica e civile. La pittura neoclassica rifiuta recisamente ogni tradizione precedente che
non sia di puro stampo antico-classico ed ha il suo maggiore teorico nel
pittore boemo Anton Raphael Mengs (1728-1779) del quale vengono pubbli-
cati postumi i saggi: Riflessioni sulla bellezza e Opere (1780).
Nella pittura neoclassica c'è il predominio del disegno che, rispetto al
colore, è considerato fatto intellettuale e più rispondente all'esigenza di
razionalità e di assoluta purezza formale e contenutistica.
Il maggiore esponente, oltre al Mengs, della pittura neoclassica è
indubbiamente il francese Jacques-Louis David (1748-1825), pittore di
Pittura Neoclassica e Pittura Romantica W_davi10
Napoleone che, con il suo (foto 21) Giuramento degli Orazi (1785) consacra
m pratica la nascita della pittura neoclassica. Il quadro, tanto importante per
il neoclassicismo pittorico, viene eseguito a Roma e poi esposto a Parigi. La
raffigurazione ha un certo carattere teatrale, ma la composizione è statica: il
momento solenne del giuramento è immobilizzato nelle braccia alzate, con la
voluta rinuncia alle seduzioni del colore che è severo e freddo come i dettami
neoclassici impongono.
In Italia la pittura neoclassica non ha grandi esponenti: il romano
Camuccini (1771-1844), presidente dell'Accademia di S. Luca; il fiorentino
Sabatelli (1772-1850) e, decisamente il più valido, Andrea Appiani (Milano
1754-1817) che gode del favore di Napoleone che ritrae più volte (// trionfo di
Napoleone, 1808).

VII
PITTURA ROMANTICA
Per Romanticismo s'intende il vastissimo movimento culturale manife-
statesi in Europa fra gli ultimissimi anni del XVIII e la metà, ed anche oltre,
del XIX secolo.
Sorto in Germania, il Romanticismo si oppone all'illuminismo (che vuole
risolvere tutti i problemi con i soli lumi della ragione) e al classicismo
(assoluta imitazione dei modelli greci e latini) affermando una nuova visione
del mondo, una sensibilità basata sul culto delle tradizioni e della storia, un
individualismo attivato dalla fantasia e dal sentimento nella coscienza dei
complicati rapporti che legano l'uomo alla civiltà moderna.
Il Romanticismo è anche la difesa della tradizione dei singoli popoli
contro la tendenza a considerare il mondo come un'unica, grande patria,
ovverosia il cosmopolitismo, specialmente visto come oppressione dei popoli
potenti sui deboli. Ciò spiega la rivalutazione del Medioevo (in cui hanno
origine le differenziazioni nazionali) operata dal Romanticismo.
L'arte romantica nasce come manifestazione d'individualità cóntro la
bellezza astratta di tradizione greco-romana, alla sua dogmatica applica-
zione, al classicismo accademico e all'imperialismo napoleonico, e afferma il
carattere di soggettiva interiorità dell'opera d'arte.

Già nel 1797 il tedesco Wackenroder scrive: «A Dio piace il tempio gotico
come il tempio greco » ed esorta a sentire il valore umano nelle opere d'arte di
tutti i tempi e di tutti i popoli.Pittura Neoclassica e Pittura Romantica W_haye10
I riferimenti privilegiati sono quindi i «primitivi» che sono 1''arte greca o
anche medievale. In questo un certo punto di contatto c'è inizialmente fra
l'arte neoclassica e la romantica, ma quest'ultima è caratterizzata da
un'inquietudine spirituale, dalla ricerca di comunione con la natura, dalla
fede nel divenire che spinge l'artista all'attenzione per l'ambiente sociale.
All'Inghilterra spetta il primato della diffusione dell'arte romantica
espressa nei giardini all'inglese svincolati dallo schema geometrico e dalla
rigorosa simmetria. Si intende glorificare la natura accentuandone l'irregola-
rità pittoresca. In architettura c'è un vero e proprio «revival» del gotico che *
si diffonde a macchia d'olio.
La pittura romantica proclama il primato del sentimento sulla ragione,
ma scende a frequenti compromessi con l'Accademia. C'è infatti un'abbon-
dante produzione di quadri storici diove l'unica innovazione si riiduce agli argomenti tratti dalla storia medioevale e non da quella romana classica.
Di nuovo c'è il paesaggio romantico nel quale meglio si estrinseca l'emozione dell'artista anche se spesso in modo convenzionale.
Decisamente il prodotto a poiùà alto livello della pittura romantica è espresso da Gericault(Rouen 1791-1824, Zattera della Medusa) e principalmente da Delacroix ( 1798- 1863) ....
dA CITARE I PAESAGGISTI DI bARBIZON E cOROT, dAUBIGNY, rAVIER.
nUMEREOSI SONO I PAESAGGISTI INGLESI DI CUI I MAGGIORI SONO cONSTABLE E tURNER.
....
In Italia la pittura romantica non emana ecceziuonali bagliori e rimane un fenomeno circoscritto we provinciale e il suo cappo riconosciuto è francesco Hayez(1791-1882, I vespri siciliani). Da ricordare sono i pittori della SCAPIGLIATURA ROMANTICA LOMBARDA (Cremona e Ranzoni), il piemontese Fontanesi, i napoletani Gigante, Palizzi, Morelli e i toscani Fattori e Lega.

NB per problemi di scanner gli ultimi 20 righi sono venuti con interi pezzi mancanti)
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