Bruno Admin
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| Titolo: A PROPOSITO DEI LIBRI DI SAVIANO... Lun Lug 22, 2013 5:48 pm | |
| [size=18]IL CASO RUSHDIE E L'EDITORIA DEL CLAMORE di Bruno Cotronei
Nel 1816 Berchet nella "Lettera semiseria", fra 1'altro, scrisse: " Sentirono essi che la verissima delle Muse è la Filantropia e che l'arte loro aveva un fine più sublime che il diletto momentaneo di pochi oziosi.Però,avidi di richiamare l'arte a' di lei principi, indirizzandolo al perfezionamento morale del maggior numero de' loro compatrioti, eglino non gridarono, come Orazio: Satis est equitem nobis plaudere; non mirarono a plagiare un Mecenate,a gratificarsi un Augusto,a procurarsi un seggio al banchetto dei grandi; non ambirono i soli battimani di un branco di scioperati raccolti nell'anticamera del Principe . Oltrediché non è da tacersi come insieme a questo pio sentimento congiurasse anche nelle anime di qué poeti la sete della gloria, ardentissima sempre ne' sovrani ingegni .e sprone inevitabile a far bene. Eglino aveva letto che in Grecia la corona del lauro non l'accordavano nè principi ,né Accademie, ma cento e cento mila persone convenute d'ogni parte in Tebe e in Olimpia. Avevano letto che i canti di Omero, di Tirteo non erano misteri di letterati, ma canzoni di popolo. Avevano letto che Eschilo,Sofocle,Euripide,Aristofane non si facevano belli della lode de' loro compagni di mestiere; ma anelavano al plauso di trentamila spettatori; e 1'ottenevano..." . Molti scrittori contemporanei hanno recepito il messaggio di Berchet,ma spesso,troppo spesso lo hanno snaturato ,spinti in ciò anche da un'editoria che ogni giorno di più si identifica in industria che produce oggetti di larghissimo e spesso volgare consumo, e che solo dai numeri trae la massima soddisfazione. Si preferenzia, quindi,non la qualità , ma il clamoroso, ricercando, costruendo, con fredda determinazione .contenuti scandalistici che possano ottenere pubblicità gratuita dal moloch dei mass-media: la televisione. Altre volte scrittori inesistenti vengono "inventati" purché siano personaggi, nel bene o nel male, e redattori son "comandati" ad affiancarli per metter su testi più o meno modesti, ma provocatori autopubblicizzati e quindi vendibili. Tutto quello che sta succedendo in questi giorni intorno al romanzo "I versi satanici" dello scrittore angloindiano Salamàn Rushdie, mi da 1'occasione, anche se non del tutto propria, per le considerazioni che precedono e per quelle che seguiranno, dopo avervi detto in breve cosa c'è di così eclatante in questo libro di cui tutti parlano e che tutti vogliono acquistare. 570 pagine senza grande pregio letterario e di faticosa lettura, ma con vena inventiva e narrativa non certamente disprezzabile. In esso i giorni nostri e quelli della predicazione di Maometto si sovrappongono. C'è l'arcangelo Gabriele(Gibreel), c'è Maometto(Mahound) con adepti e segretario, e ci sono le donne fra le quali Ayesha, la moglie giovanissima. I versi satanici sono due che nella versione divulgata del Corano non esistono. Questi versi ammettono la possibilità di far convivere, accanto al Dio unico, Lat, Uzza e Manat, divinità femminili. Maometto ripudiò ed eliminò i due versi perché ispirati dal demonio, mentre Rushdie da nel suo libro un'altra versione che si presta a gravi equivoci e offende, a quanto pare, il miliardo di uomini di fede islamica. Secondo lo scrittore, Maometto dovè fare i conti con i potenti della Mecca che non volevano si smantellassero d'un colpo tutte le divinità fino ad allora adorate e quindi accettò , come un compromesso, la residua presenza delle tré divinità femminili, poi eliminate(come i due versi), quando egli si senti più forte. Rushdie, in sostanza, avanza l'ipotesi (se ho ben compreso) che Maometto possa aver subito altre interferenze, compreso il suo interesse privato. E' indubbio che tali illazioni possano offendere i musulmani e quindi provocare la loro ira,anche se si tratta di un romanzo e non di un saggio. Ma non è questa la sede per valutare il tipo di reazione che, a quanto pare, fortunatamente incomincia a stemperarsi, fra scuse, assoluzioni e ricondanne, mentre forte rimane il desiderio di acquisto delle copie del libro. Altri scrittori, o altri editori -seppure in modo ben diverso, ma con sicura e maggiore premeditazione- hanno largamente utilizzato fatti o nomi che hanno suscitato clamore, anche il più spicciolo. Tralasciando "II dottor Zivago" e "Giovanni Leone", già sufficientemente analizzati, racconterò storie più recenti dft che avallano quanto più su ho scritto. Issei Sagawa e Juro Kara sono gli autori di "L'adorazione". Il primo è un assassino, il secondo uno scrittore professionista. Sagawa, un giapponese piccolo e bruno, ha, nell'81 a Parigi, amato (dice lui), ucciso con una fucilata alla schiena e mangiato (sì, proprio cosi) una bionda olandese, Renée Hartevelt. Il corpo ancora caldo fu fatto a pezzi con un coltello elettrico dal giapponese, indi, fotografato da ogni possibile angolazione, e infine divorato. Ma, attenzione, non tutto nello stesso modo: crude le labbra, la lingua e la punta del naso; cotte altre parti, forse con l'aggiunta di aromi piccanti e col condimento di olio e salse accuratamente scelte. Poi, come se non bastasse, il giovane trentenne pensò bene di conservare nel frigorifero le coscie e le mammelle per il pasto successivo, probabilmente riservandosi dopo la digestione e il sonno del giusto, di consultare un libro di cucina, e scegliere quanto di meglio fosse ricavabile per il suo palato da quei poveri frammenti di corpo che occupavano il suo elettrodomestico, mentre il resto -anche per una salutare passeggiata- fu da lui portato e gettato nella Senna. Issei Sagawa (che aveva confessato) fu arrestato e rinchiuso in prigione, ma non vi rimase a lungo. Inviato in Giappone, i giudici diedero ordine di ricoverarlo in una cllnica psichiatrica. Solo pochi mesi dopo il delitto, nuove fotografie si aggiunsero alle miglia che avevano fatto conoscere in tutto il mondo le fattezze del giapponese donandogli una triste notorietà. Questa volta però lo mostravano sereno contento e libero sul cavallo a dondolo di una giostra. Come si trovava li? era forse fuggito? "No", risposero le autorità nipponiche "é ormai guarito dall'accesso di follia e quindi non è più perseguibile!" Cosa contava il senso di orrore d'una opinione pubblica spesso cangiante o l'indignazione più vera della famiglia della vittima? Nulla, è la legge! e forse è anche giusto che sia cosi se si fosse trattato davvero di un raptus non ripetibile. Ma la sua ambizione e l'industria editoriale erano li pronte a sfruttare la grande notorietà, e lo scrittore Juro Kara gli fu affiancato per scrivere "L'adorazione" nel quale , per niente pentito, il cannibale afferma: " Ho cucinato le carni due voltecol sale e col pepe e ho scoperto che avevano un sapore dolce, delicato " II libro ha subito venduto un milione di copie solo in Giappone ed è stato edito anche in altri Paesi! Meno truculento il romanzo "Georgette" di Carmen Lliera. Spagnola sbarcata in Italia, trovò lavoro nella casa editrice che pubblicava Alberto Moravia. Cinquant'anni di differenza d'età fra la giovane spagnola e il grande scrittore italiano e nozze, perlomeno da parte di lui, d'amore; poi la bella Carmen ha intessuto, in costanza di matrimonio, un'altra amorosa relazione. Questa volta con il famoso capo libanese Jumblatt, e s'è guardata bene dal nasconderla! La ha invece raccontata in un libro che -é naturale- non ha avuto difficoltà ad esser pubblicato e che ha venduto diecine di migliala di copie, anche con l'appoggio del marito, Moravia che, pur essendo (e di gran lunga) miglior scrittore della Lliera, dovè pubblicare a sue spese il suo primo romanzo,"Gli indifferenti", romanzo davvero notevole, ma che ebbe (nella prima edizione) solo mille lettori paganti e un infinitesimo delle recensioni e dei servizi filmati che hanno inondato il lavoro e gli amori della sua disinibita consorte! Anche per Marina Lante della Rovere o, come le è stato imposto per sentenza del tribunale, Marina Ripa di Meana nota animatrice delle folli notti del "bei mondo" romano le cui "scenate nei locali e negli alberghi alla moda hanno fatto epoca...e molti danni", sollecitazioni e gratuita pubblicità per il suo libro "I miei primi quarant'anni". Nelle oltre trecento pagine di testo corredate da innumerevoli fotografie, quasi a compensare la pochezza letteraria, la splendida Marina svela retroscena e aneddoti su Jacqueline e Aristotile Onassis, Gianni e Umberto Agnelli, Rothschild e attori,attrici, pittori e intellettuali che ha frequentato correntemente,e "brevi,travolgenti eroticissime storie e lunghi intensi amori di cui si è parlato e si parla ancora". Naturalmente anche per lei i primi posti della classifica delle vendite librarie, ai quali accederanno -che dubbi vi possono essere?- anche gli annunciati libri di Ciro Cirillo, il discusso uomo politico che fu rapito dai terroristi e(sembra) liberato per l'autorevole intervento del boss della camorra Raffaele Cutolo; e di Francesco Pazienza, 1'uomo dai mille misteri ed ex 007. Per chi conosce i tormenti delle migliala di aspiranti scrittori che non trovano, nemmeno con i loro esponenti migliori, sbocco nell'editoria che più conta e che è tutta dedita alle grandi tirature o a fare spazio a gente del giro (secondo le dichiarazioni di molti direttori editoriali), non rimane che una speranza: che gli scrittori in attesa di pubblicazione non si rendano mai conto di come è facile trovare editore commettendo azioni clamorose. Se così non fosse, altro che le minacce e le condanne a morte di Khomeini! size] | |
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