BRUNO COTRONEI E I SUOI LIBRI
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 Vecchi articoli: CON IL PENDOLO L'ECO NATTATORE S'E' STROZZATO!

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Bruno
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MessaggioTitolo: Vecchi articoli: CON IL PENDOLO L'ECO NATTATORE S'E' STROZZATO!   Vecchi articoli: CON IL PENDOLO L'ECO NATTATORE S'E' STROZZATO! EmptyGio Ott 22, 2009 11:27 am



CON IL PENDOLO L'ECO NARRATORE

S'È' STROZZATO

di Bruno Cotronei

Ecco,c'era da aspettarselo,la patina del duro,del freddo

raziocinante si è sciolta liquefatta miseramente

meravigliosamente all'impatto del narrare.Simili a impazziti

baluginanti razzi orbitanti su piani diversi ed

improvvisamente convergenti nella vasta misteriosa piazza

della mente,sensazioni si conficcano,quali strali

dolorosi,illuminanti e ravvivano ricordi sopiti scomparsi o

tenuti saggiamente nell'area di parcheggio dei

pensieri,quali aeromobili scoloriti nel buio hangar da

dove, ubbidienti schiavi,son richiamati a volte per brevi

controllati gratificanti voli,ed ora,invece , svolazzano

come uccelli solitari attraverso ' nuvole dense formando

stormi,lasciando traccia. Non più abitanti docili e

tranquilli l'uno vicino ali'altro,ma vorticanti nello spazio

immenso del cervello,tanto largo quanto è stretto il mondo,e

.simili alle cose, lì si urtano duramente in modo

lancinante,non più vestiti di bianco come fanciulli alla

prima comunione,ma negri spettri,perché nessuno di essi e

contento di sé,ed una volta espresso è una bugia e non è

più rivoltabile ,come un saggio o uno studio,per servirsene

parecchie volte.

Qui sono loro che comandano,ti prendono la mano,sono

indomabili ed infinitamente belli nell'orrido dei rimorsi

della verità di una vita intensamente vissuta.Non si può

barare,pena la banalità il falso il costruito su misura,come

lo svolgimento tematico monografico del tranquillizzante

saggio,anche il più vero e scottante ,o che ne abbia la

parvenza osannata e di successo.

Narrare costa fatica,sangue,quanto e più di un percorso

nelle scure tortuose anse di un fetido labirin^o,e la vivida

luce,il raggio caldo del grande astro che 09*t tanto con

meraviglia ti raggiunge,non ti compenserà mai a sufficienza.

La molteplice faccia dei fatti ti attrae e ti

respinge,e,infine,ti lascia stordito ammutolito quando

alfine pensi di averne toccata l'essenza,il mistero.

Tutto ciò ed altro ancora prova il vero narratore ,non chi

non ha talento,o chi esegue una cosiddetta opera di

"ingegneria letteraria",senza 1'emozione,1'afflato

dell'artista. Non bastano vivida intelligenza e saggia

metodica di ricerca che completa una profonda cultura per

fare opera narrativa,che non può essere scissa dalla vera

arte.

Ineluttabile,prima o dopo,questa verità si fa esplicita

negli autori e principalmente nei lettori che contano,ossia

quelli sensibili ed educati sui classici di ieri e di oggi.

Per il notissimo Umberto Eco,tanto osannato celebrato e

venduto,sembra giungere oggi,ad anni di distanza,e, con non

nascosta soddisfazione,ne registriamo la notizia.

il "magazine" di Repubblica del 20 gennaio celebra la sua

sconfitta e ne registra i perché senza però approfondirli e

valutarne la (per noi) lontana genesi.



II diffuso giornale organizza ogni anno un discutibile(per i

criteri di scelta e gli accoppiamenti)torneo intitolato

"Superwimbleton" dove 77 romanzi italiani,pubblicati da non

oltre un anno e accoppiati come in un torneo di tennis,si

affrontano in singole tenzoni il cui risultato è determinato

da una giuria di cinque lettori; ed Eco,al primo turno,è

stato eliminato da una quasi sconosciuta scrittrice

esordiente,Pia Fontana che, con il suo "Spokane",ha battuto

lo strombazzato e vendutissimo "II pendolo di Focault".Ma,in

fondo,non è l'avversaria che ha vinto,è Eco che ha perso,

come risulta dalla intervista rilasciata da uno dei tré

giudici che ha votato contro lo scrittore di

Alessandria.Franca Bonetti(studentessa italiana che vive a

Berlino)ha detto:" II libro di Eco è artefatto,è scritto per

gente che ha una concezione del mondo estranea al senso

comune.Preferisco la Fontana ".

A nostro avviso i veri motivi debbono ricercarsi nella

considerazione che nessuno-per quanto intelligente,colto e

fortunato sia- possa "tirare la corda " troppo a

lungo.Successe a De Crescenze con la sua unica opera

narrativa ,"Zio Cardellino",molto meno venduto e celebrato

di "Così parlò Bellavista" e di "La storia della filosofia

greca". Ora succede ad Eco nonostante le cinquecentomila

copie vendute "a scatola chiusa" ma pochissimo lette,ed il

clamoroso successo mondiale de "II nome della rosa".

il motivo ci sembra identico pur con tutte le debite

differenze di caratura e di preparazione : con la

narrativa,ossia con l'arte,non si scherza!

Eco volle dare una lezione ai narratori e costruì "II nome

della rosa" e a molti,a tantissimi sembrò che ci fosse

riuscito,ma quel libro,apprezzabilissimo per tanti

motivi(linguaggio,contenuti,cultura maturata, struttura e

suspense).mancava -e lo scrivemmo - di emozione che è

propria del vero narratore,emozione che deve

evidenziarsi sempre, e dilatarsi di fronte all'elemento

umano.Ebbene dalla pagina 246 alla 253 Eco racconta

dell'improvviso ed imprevisto incontro sensuale fra un

novizio e una fanciulla.Ciò in un monastero e nell'anno di

grazia 1327 con una freddezza ed assenza di emozione

agghiaccianti, senza minimamente alterare lo schema

razionale prefissato.

Con "II pendolo di Focault"i pregi riconosciuti ne "II nome

della rosa" sono totalmente annullati,e alla mancanza di

emozione si sommano assurda e inutile prolissità ,un

linguaggio che lascia a desiderare(in considerazione

dell'importanza attribuita ali'autore),una tenue trama e una

cultura che pare non sufficientemente maturata e che

potrebbe identificarsi con erudiziene da "trasposizione". -—

E',a nostro avviso,una forzata opera narrativa di uno che

narratore s'è "creato"senza esserlo,senza possederne il

talento innato assolutamente necessario, che imbottisce il

lettore di date fatti congetture dove è difficilissimo

seguire un filo logico.

Qui il medioevo,"esotico"perché poco conosciuto da

noi e tanto lontano dalla normale cultura nordamericana e

che costituì la chiave di volta del successo de "II nome



della rosa",è stato sostituito dai Templari e dai

Rosa-Croce.

Ne scaturisce un guazzabuglio causato dal desiderio di

stupire ad ogni costo da parte di uno scrittore che è e

rimane principalmente un abilissimo saggista.

L'immenso successo de "II nome della rosa", che secondo noi

è andato troppo al di là del giusto,sembra aver

causato un distacco dalla realtà e dalla oggettiva misura

anche ad un uomo notoriamente equilibrato come il professore

e scrittore Eco.

Non è facile raggiungere un grande successo,ma è

infinitamente più difficile mantenerlo o rinnovarlo,e la

tendenza ad una certa,anche se involontaria,arroganza si

manifesta sovente.

In fondo è il sogno d'ogni scrittore scrivere e far leggere

TUTTO quello che a lui più piace,e pensiamo che Eco,oltre al

desiderio di "stupire" ancora di più,ci sia cascato in

pieno,convinto che il suo libro sarebbe stato pubblicato e

venduto "a scatola chiusa".

Ciò,in fondo,è avvenuto, anche se dubitiamo che il

rendiconto totale delle vendite possa mai eguagliare, in

quantità,quello de "II nome della rosa".

"Di Eco avevo letto il romanzo precedente.Al confonto II

pendolo è impraticabile.Ho la sensazione che sia un libro

concepito per puri scopi commerciali,come sembra di capire

dall'enorme battagc pubblicitario.E' un libro lento .con

parole complicatissime ",ha dichiarato Cinzia Pozzi,un altra

delle lettrici-giudici di Repubblica.

In fondo,nonostante i miliardi incassati e da incassare con

i diritti d'autore,L'Eco narratore non potrà essere

soddisfatto del suo Pendolo perché,forse,tutto sommato

,qualche autore "a proprie spese" di cui inverecondamente

Eco si fa beffe nel suo libro,può essere più narratore di

lui;e dall' ormai famoso Pendolo uno solo è stato

strozzato : lo stesso Eco.

Bruno Cotronei
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