Un piccolo castello, sulle rive del lago Bodanico, accolse l'esilio di Ortensia Bonaparte e di suo figlio, il futuro imperatore Napoleone III. Oggi è un museo.
Arenenberg è una porta verso l'Ottocento: mobili, libri, dipinti narrano la saga europea dei Bonaparte. Ma il suo fascino è legato anche al paesaggio, un angolo d'Arcadia in Svizzera.
«Ricorda il Golfo di Napoli» afferma Christina Egli, curatrice del Museo Napoleone volgendo lo sguardo verso il lago. Non è solo una sua idea, spesso i viaggiatori che si sono fermati nel corso dei secoli sul promontorio di Arenenberg hanno fatto questo paragone. «Qui all'improvviso si lascia il nord per ritrovarsi col pensiero in paesaggi mediterranei».
E il paesaggio fu certo uno dei motivi che spinse la regina Ortensia, figlia dell'imperatrice Giuseppina e del suo primo marito Alexandre de Beauharnais, ad acquistare nel 1817 la tenuta di Arenenberg col suo castello a tre piani del XVI secolo. Ortensia, figlia adottiva di Napoleone e moglie di suo fratello Luigi, aveva subito la stessa sorte dell'imperatore: l'esilio.
Separata dal marito, si stabilì sulle rive del lago di Costanza col secondogenito Luigi Napoleone, che sarebbe diventato l'ultimo imperatore dei francesi.
Malgrado la dimora fosse di piccole dimensioni e i suoi interessi la portassero per lunghi periodi anche in Italia e nel resto d'Europa, Ortensia riuscì a fare di Arenenberg una «Malmaison» in miniatura. Come nel palazzo di Napoleone e Giuseppina alle porte di Parigi, ad Arenenberg si davano convegno grandi personalità europee: Chateaubriand, Alexandre Dumas, Franz Listz, Madame de Récamier e tanti altri.