Bruno Admin
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| Titolo: LA DONNA DELLA MIA VITA! Sab Nov 03, 2012 6:23 am | |
| PER LEGGERE CLICCATE SU: https://www.facebook.com/notes/bruno-cotronei/la-donna-della-mia-vita/461035300601650 LA DONNA DELLA MIA VITA! pubblicata da Bruno Cotronei il giorno Sabato 3 novembre 2012 alle ore 5.14 ·
Una mattina, Giorgio e Umberto, dopo la lezione di Calcolo Infinitesimale, si precipitano lungo lo scalone dell'antico convento dei Gesuiti riattato per le facoltà scientifiche e sboccano nella pittoresca via Mezzocannone e ammirano su in alto il cielo di un intenso colore azzurro non turbato dalla presenza di nubi, nemmeno le bianche e coreografiche che vengono spesso aggiunte nelle cartoline per dare maggiore risalto allo splendore della cupola naturale che risulta superiore a qualsiasi altra che mano umana possa eseguire. Sono decisi i due amici a tuffarsi nelle acque di Marechiaro dopo una rapida corsa sulle vespe posteggiate in piazza San Domenico dove folkloristiche pizzerie, minuscole librerie stracolme di volumi nuovi e usati disposti in un piacevole disordine danno rilievo alla guglia barocca con la statua del Santo e all'abside poligonale e menata della severa chiesa del trecento. Stanno per inforcare i cavalli d'acciaio quando Giorgio è folgorato da una specie di visione: una ragazza dai lunghi sottili capelli biondi che incorniciano un viso d'angelo nel quale brillano grandi occhi azzurro cielo èferma, appoggiata ad un'automobile e parla animatamente con una brunetta insignificante. Anche il corpo è degno della testa e completa il bellissimo quadro: snello, longiineo, le gambe con i polpacci delicatamente disegnati danno risalto a caviglie piccole e nervose. Sono studentesse di sicuro per i libri stretti da una cinghia di gomma tenuti con grazia nell'incavo del braccio sinistro. Avranno marinato la scuola? E quale delle tante che sorgono nella vicina piazza del ~Gesù? Giorgio fa cenno ad Umberto di lasciar perdere le moto e di raggiungerlo. Si avvicina e tenta un approccio il più delicatamente possibile. La meravigliosa creatura bionda non risponde, ma per lei e in modo scostante lo fa la brunetta. I giovani si tirano indietro e le ragazze si avviano per il vicoletto che sbocca vicino al Conservatorio. Giorgio vince la riluttanza di Umberto e le segue. Ritentano usando tutta l'abilità possibile. ma ancora vengono respinti. Sfociano in piazza Bellini dove smunti giardinetti sono allietati da rose a cespuglio in boccio dai petali vellutati. Le ragazze siedono su una panca. Si vede chiaramente che non sanno come trascorrere le ore che ancora mancano per poter tornare a casa. Giorgio ci riprova e questa volta ha maggior fortuna e un dialogo, anche se molto formale e guardingo, inizia. Sono alunne della prima liceo del Genovesi, il vicepreside non le ha fatte entrare perché erano arrivate con un leggero ritardo. I ragazzi parlano dei loro studi e accennano alle vespe e all'intenzione di recarsi a Marechiaro, ma la velata proposta non trova riscontro e rimangono lì a conversare di scuola e di argomenti lontani da tutto ciò. che Giorgio vorrebbe comunicare a quel miracolo della natura che ha già conquistato il suo cuore più dei suoi sensi. Manovra accortamente per prendere posto vicino a lei, poco loquace al contrario dell'amica che ha fatto da cavallo di Troia per iniziare a conoscersi. Anna, la brunetta, darla, ciarla e si mostra abbastanza disponibile, ma cosa interessa a Giorgio? Serena, l'oggetto della sua attenzione, della passione che lo pervade, è dall'altra parte e sfoglia un libro tenuto graziosamente poggiato su1 grembo, poi si alza e seguita dagli altri percorre via Costantinopoli. Giorgio l'affianca e giungono vicino al Museo Nazionale sfortunatamente chiuso. Allora giungono nella brutta piazza Cavour, dove un terreno reso arido e secco dall'incuria è occupato da una turba di ragazzini che inseguono una palla fatta di stracci e si illudono di giocare al calcio. E tipico della città e dei suoi abitanti accontentarsi di poco. Più lontano una polverosa palma dalle foglie mezzegialle e spezzate concede un pò d'intimità ad una panchina, dove finalmente Giorgio siede vicino a Serena e riesce a farle dire qualche parola e sempre più è ammaliato da tutto quanto appartiene alla ragazza: la voce melodiosa, la pelle bianca e delicata, le ciglia lunghe che ombreggiano quegli occhi da incantamento.
Un rivo di simpatia incomincia a scorrere fra i due giovani ed un tenue sorriso appena accennato le accende il volto e lo rende, se fosse possibile, ancora più vago. Purtroppo è ormai l'ora di uscita da scuola e le ragazze raccolgono i libri e si congedano, respingendo decisamente l'offerta di essere accompagnate. Giorgio non insiste per non sciupare con inopportune petulanze l'immagine positiva che ha cercato con tutte le forze di dare di sé, e con malinconia mista a letizia segue con lo sguardo l'esile figura che scompare inghiottita fra il brulicare della folla nell'ampia e polverosa via Foria.
Invano cerca di fermare la sua attenzione su teoremi e formule di calcolo integrale. Il sole invia i suoi raggi a rifrangersi sui vetri della finestra della stanza e illumina lo scrittoio disseminato di dispense ed appunti. Nel pulvis~plo luminoso il viso d'angelo ed il lieve sorriso di Serena appaiono continuamente agli occhi di Giorgio, quasi la retina avesse imprigionato in modo indelebile l'immagine meravigliosa e campane suonano a festa nella sua mente mentre il cuore batte all'impazzata. Non gli era mai accaduto prima: è forse questo il vero amore? Non era certo la prima volta che una ragazza gli era piaciuta o se ne era sentito attratto, ma ora è diverso ed il tempo non passa mai. Il lungo pomeriggio, l'interminabile notte, la torpida mattinata, le parole lontane del professore nell'aula umida e il brusio dei colleghi e il percorrere m lungo e in largo la piazza del Gesù Nuovo con gli occhi che si spostano incessantemente fra l'ingresso del Genovesi e l'orologio, indifferente alla gente che sbocca a frotte dallo stretto rettilineo della via Spaccanapoli, che taglia la città da ovest ad est, lo rendono sempre più impaziente.
Si appoggia sfinito alla cancellata che cinge la barocca ha dell'Immacolata di fronte all'imponente facciata a bugne della chiesa dei Gesuiti proprio accanto all'edificio della scuola che racchiude come uno scrigno l'oggetto dei suoi pensieri e della sua ansia. Finalmente le lancette dell'orologio assumono la posizione lungamente desiderata e il suono liberatorio della campanella si sprigiona dalle vecchie mura e giunge fino a lui. Ragazzi e ragazze si riversano nella piazza, come un fiume ricco d'acqua impetuosa allaga la campagna circostante per l'apertura improvvisa di una diga, e si mescolano a gruppi in attesa e all'abituale traffico pedonale già così intenso mettendo a dura prova l'abilità e la pazienza di automobilisti che sono costretti a frenare e azionano i claxon con inutile e disperata energia, aumentando il caos di quei luoghi vecchi di secoli e completamente privi di marciapiedi.
Giorgio aguzza lo sguardo e si solleva sulle punte per non perdere neppure un attimo la visuale dell'ampio atrio, né si fa largo per raggiungerlo: non vuole essere notato subito. Ragazze di tutti i tipi sfilano frammiste agli studenti: alte, basse, grasse, magre, brune, bionde, castane e rosse. Alcune sono belle, altre meno, ma Serena è inconfondibile e davvero unica, non può assomigliare a nessun altra. Eccola, col suo comportamento riservato che saluta le amiche e, leggera come una nuvola, avanza verso il centro della piazza. Un ragazzo si avvicina, le mormora qualcosa, ma l'adorabile testa bionda prosegue indifferente. Giorgio le si para davanti e le dedica il suo miglior sorriso. Serena sembra incerta sul da farsi e dopo un attimo interminabile lo ricambia. Al giovane sembra di toccare il cielo con un dito e tutto intorno a lui diventa più luminoso e colorato. Ha compreso che la ragazza non ha un temperamento facile ed è un misto di timidezza ed orgoglio al tempo stesso. Agisce con infinita precauzione come un attento giocatore di scacchi che stia per effettuare la mossa decisiva. Inventa una scusa per giustificare la sua presenza lì, ma contemporaneamente lascia intendere il vero motivo. E il modo giusto e i giovani si stringono la mano e camminano affiancati per un centinaio di metri, poi Serena, come il giorno prima, lo congeda la sciandolo a sognare e a interrogarsi ossessivamente se davvero il suo atteggiamento è stato il più adatto.
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Per quasi una settimana la scena si ripete ed ogni volta Giorgio segna al suo attivo impercettibili ma fondamentali progressi: qualche minuto in più insieme, una maggior e confidenza e il tacito permesso e gradimento di quei fugaci incontri. E davvero innamorato, ne è certo, quei pochi minuti sono tutto per lui e sente che non può fare a meno della incantevole ragazza. La manina morbida dalle lunghe dita affusolate che riesce a trattenere ogni giorno per qualche attimo in più nella sua, lo esalta e passa ore e ore a scrivere ingenue poesie e a mettere a punto le tattiche successive. E la fortuna gli viene incontro: ha saputo di un provvidenziale sciopero dei professori e convince o,per meglio dire, costringe un riluttante Umberto ad accompagnarlo la mattina stabilita e, con il risolutivo aiuto di Anna, a recarsi tutti e quattro in via Caracciolo nella villa comunale, dove la giostra seminascosta fra il verde ed illeggiadrita dai fiori del circolo del tennis gli offre la possibilità di sedere accanto all'oggetto dei suoi sogni, nelle automobiline dell'autoscontro e, nella violenza degli impatti benedetti, sentire il fianco morbido accanto al suo, urtarle le gambe e cingerle con un braccio le spalle delicate mentre i capelli d'oro gli carezzano la mano.
Ormai sono amici e anche qualcosa in più, ma quando una mattina non vede Serena al termine delle lezioni, interroga Anna che gli rivela una circostanza che lo sconvolge. All'ora di entrata l'ex fidanzato di Serena l'ha bloccata e scongiurata di passare le ore di scuola con lui ed i due sono scomparsi. Ma eccola Serena, dall'angolo del vicoletto di San Sebastiano fa gesti ad Anna di avvicinarsi. Giorgio non si muove, un dolore profondo lo tormenta: allora Serèna è o è stata fidanzata! Come poteva pensare che bella com'è non lo fosse? Non gli importerebbe nulla se per lei sentisse solo un'attrazione fisica, ma lui ne è innamorato! Prova una gelosia folle, si fa forza e si avvicina. Anna scompare e rimane solo con la ragazza sul cui volto di angelo è scesa una nube: è triste e distante e
s 'incamminano insieme. Giorgio vuole assolutamente parlarle, sapere ogni cosa di lei e nella chiesa di San Domenico le confida dei dissapori con il padre e ora anche con la madre e i parenti, perché ha preso un indirizzo di studi che lo terrà lontano dall'azienda paterna. Le racconta anche la causa della sua decisione e i successi dei suoi studi che farebbero felice qualsiasi genitore, ma che invece lo fanno sentire un estraneo nella sua casa. Aggiunge che intende edificare il suo avvenire non condizionato dalla famiglia e che ci sono buone possibilità, fra un paio d'anni dopo la laurea, perché possa rimanere all'università come assistente. La sincerità, l'umanità e la tristezza delle sue parole e del modo con il quale le pronuncia sembrano conquistare il cuore di Serena. La mano si posa sulla sua e la voce melodiosa lo conforta e l'approva e poi più flebilmente gli racconta di quel ragazzo, dell'innocente fidanzamento e della mattina trascorsa solo a confermargli che non lo ama, né mai l'ha davvero amato e la sua era stata soltanto un'infatuazione di ragazzina. Se Giorgio la vede triste, aggiunge, è solo perché dispiaciuta di far del male a chi le vuole bene, ma lui deve anche sapere che appartengono a classi sociali diverse: il padre non è un industriale o un laureato come il dottor Parisio, ma un caposervizio dell'azienda tranviaria della città. Giorgio si sente rinascere: l'angoscia provata pochi minuti prima si è trasformata in un'intensa inarrivabile felicità. Che gli importa delle differenze sociali, delle difficoltà che il matrimonio può incontrare? Della severità e della mentalità all'antica della famiglia di Serena? Gli interessa solo lei e la loro felicità, il resto è nulla!
Il pomeriggio nella galleria del cinema di fronte all' università, Giorgio la bacia e prova l'ebbrezza di poter stringere a sé quel corpo che dolcemente gli si abbandona fiducioso. Dopo appena un'ora l'accompagna in via Duomo fino ad un centinaio di metri dalla sua abitazione.
Giorgio è ebbro di felicità e sente di amare la vita, la gente. La forza ricavata dal raggiungimento dell'obiettivo agognato che era sembrato sfuggirgli, lo rende più buono e tollerante con tutti, a patto beninteso che non gli si tocchi quel viso e l'anima d'angelo che la buonasorte gli ha regalato.
Che giorni meravigliosi, che pienezza di sentimenti, quanto è bello quando il cuore canta di gioia! Ogni mattina segna il rinnovarsi della letizia che pervade ogni fibra del suo corpo e della sua mente. Si alza presto e corre sullo scooter sgusciante per le strade affollate verso il suo amore. I pochi minuti trascorsi insieme prima che inizi la scuola lo appagano e le parole dei professori, che trattano di calcolo integrale, di quadriehe, di funzioni angolari, scandiscono i minuti e le ore che lo separano da Serena, e il ricordo del bacio dolcissimo colto furtivamente sotto un compiacente androne buio lo tengono calmo e attento alle lezioni che assimila con ancor più profitto del solito. Poi in biblioteca a studiare e di tanto in tanto fra i complessi calcoli, le lettere e i numeri muniti di esponenti sempre maggiori, traccia con grafia resa bella dall'amore il nome del suo tutto: Serena.
Ora all'uscita di scuola nell'antica piazza dagli edifici severi, ma illeggiadriti dal suo sentimento, è in prima riga e subito infila il braccio sotto quello sottile, morbido e delicato della sua ragazza e rapidi corrono verso il mare nei giardini che ricordano loro i primi contatti, le prime ore felici trascorse insieme. Passeggiano sotto gli alberi fronzuti e protettivi e, fra i fiori profumati che esaltano la primavera metereologica e quella ben più viva dei loro sentimenti, si baciano e si accarezzano approfittando di un tratto di ombra più intensa o dell'assenza di sguardi curiosi della gente così pronta a scandalizzarsi per gesti tanto naturali che sono un inno alla gioventù, alla speranza, alla vera vita. Poi di corsa verso via Duomo neII'ebbrezza dell'aria che investe rinvigorente il viso e scompiglia i capelli, con le braccia che cingono nella morsa più bella del mondo il torace, e il seno che di tanto in tanto si abbandona morbido sulla schiena e le labbra dolci e calde che sfiorano il collo. Un saluto frettoloso, mentre occhi colmi d'affetto inviano un messaggio che va ben più oltre di qualsiasi parola e la mirabile figuretta scompare nell'alone dorato del sole e dei lunghi capelli ondeggianti nel vicoletto di Donna Regina.
Qualche pomeriggio approfittando di un paio d'ore di libertà strappate al padre severo, s'infilano in un cinema e nd buio meraviglioso caldi baci e dolci carezze incendiano le guance e i sensi e ubriachi escono alla luce del giorno abbacinati dal movimento, dal rumore che non li riguarda, che non può entrare in quel pianeta che è solo loro.
Di sera, dopo aver ancora studiato, Giorgio si abbandona al sonno ristoratore allietato da sogni incantevoli.
E arriva giugno, l'aria si è ulteriormente riscaldata e i sentimenti vieppiù rafforzati. Serena indossa semplici camicette con le maniche corte e gonne di tela. Ha tolto le calze di nailon e la leggera peluria bionda la rende ancor più leggiadra per la delizia di Giorgio che non è mai sazio di carezzare la pelle vellutata, la carne morbida e soda che ricopre ossa piccole, minute, delicate come il volto dai lineamenti di una purezza infinita. Cosa valgono le elaborate toilettes della sorella, delle eleganti figlie degli amici del padre al confronto della leggiadria di quella ragazza di sogno? Che importa se magari la gonna è sempre la stessa cucita in casa o le camicette non sono di sarte famose? Che valore hanno i modi affettati e falsi di fronte alla spontaneità di quella ragazza ineguagliabile. Giorgio ne è pazzamente geloso e benedice i genitori di Serena che l'hanno abituata ad indossare anche con quel caldo un pullover, seppure di cotone che permette solo a lui di ammirare le membra da fenicottero. Qualche volta costretti a prendere un tram o un autobus il giovane crea una barriera con le braccia muscolose intorno al corpo amato che è e deve essere esclusivamente suo e guai se qualcuno la sfiora o si attarda ad ammirare i capelli, il volto o il corpo della sua ragazza. Ma giugno segna anche la conclusione dell'anno scolastico per Serena e l'inizio degli esami per Giorgio.
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Gli incontri si diradano, ma rafforzano ancora di più la passione che rende i due giovani pazzamente felici. Serena non ha telefono e appena può si precipita nella casa di vicini e con frasi convenzionali allieta Giorgio con la voce soave che risuona al suo udito come la più completa delle melodie. La ragazza è stata promossa alla seconda liceo, mentre Giorgio supera con l'ormai consueto trenta e lode l'esame di Calcolo Infinitesimale, ma per completare il suo programma deve ancora dare verso la fine di luglio Geometria Descrittiva e ciò costituirà un duro ostacolo per gli appuntamenti con Serena che si accinge alla partenza con la madre e il fratellino per l'abituale villeggiatura ad Ischia. Bisognerà stabilire nuovi rituali, appoggi, ore e luoghi e il giovane sente di odiare l'isola e il tratto di mare che lo divide da Serena e si tormenta al pensiero di occhi indiscreti e desiderosi che possono in sua assenza posarsi sul corpo di sogno.
Il telefono a gettone della cabina sui porto dell'isola verde inghiotte i pochi soldi della microscopica "settimana" della sua ragazza e le parole sono pronunciate in fretta nell'ansia dell'interruzione improvvisa che incombe continua, e son ben meno numerose dei baci scoccati da labbra frementi che si avvicinano al microfono quasi rappresentasse un lembo di pelle dell'amato. Lettere s'intrecciano e l'ora della posta diventa il punto di riferimento di giornate calde e laboriose. Le pagine fitte della cal-
ligrafia armoniosa vengono lette e rilette, accarezzate, baciate e accuratamente serbate nell'angolo più riposto del cassetto. A sera, mentre lo sguardo vaga sui mare illuminato da un pallido raggio di luna. dita frementi quanto accorte le raccolgono ed occhi inumiditi dall'emozione scorrono appassionatamente parole d'amore, magari banali che appaiono ben superiori a quelle dei più grandi scrittori di ogni epoca.
Finalmente (e non sono trascorsi sette giorni) uno dei bianchi vaporetti solca con estenuante lentezza il golfo su un mare piatto come una tavola che solo dopo l'alto e
roccioso Capo Miseno si increspa in onde lunghe, che trasmettono un continuo dondolio fino al porticciolo dell'isola di Procida che si presenta con le policrome case a ridosso del molo ingombro di pescherecci e di barche ricolme di grossi e profumati limoni. Il severo castello incombe dal promontorio a nord-est. L'impazienza au menta e rende Giorgio dei tutto indifferente all'agitarsi di tante belle ragazze in short e scollati prendisole cicalanti in lingua straniera che potrebbe comprendere, ma che non lo interessano. Ed ecco Ischia, le pinete folte fino al mare, le scogliere, il faro e il porto con lo stretto canale che immette nel pittoresco bacino. La banchina è affollatissima e la manovra di ormeggio sembra non terminare mai. Giorgio è a poppa nei pressi della passerella che gli consentirà di toccare terra e vede Serena. Come ha fatto a non distinguerla prima sia pure nella moltitudine dalla quale spicca come un brillante purissimo fra semplici sassi. E anche lei in pantaloncini corti e prendi-sole: la pelle bianca dorata dalla prima abbronzatura, la figura alta e snella e le gambe lunghe, affusolate, ben fatte e il viso dall'espressione angelica incorniciata dai capelli d'oro. Che sono quelle ragazze straniere in confronto a lei? Si precipita lungo la passerella e vola verso il suo amore che a stento riesce a frenare l'impeto, la voglia di stringerla a sé e di baciarla. Lo guida con la mano le cui dita accarezzano le sue per una stradetta che costeggia il porto fino ad un giardino quasi del tutto occupato da un bar e lì si lanciano l'uno nelle braccia dell'altra e si baciano con la forza dell'attrazione che ogni minuto, ora e giorno di separazione ha reso incontenibile. Ma Serena è preoccupata: è riuscita ad allontanarsi dalla madre e dal fratello con una gracile scusa e il tempo è trascorso veloce. Deve ritornare e indica a Giorgio il luogo del prossimo incontro e rapida si dilegua.
Il giovane, seguendo le istruzioni di Serena, si avvia verso la spiaggia. Non è molto larga, alcuni alberghi piccoli, ma ben tenuti vi si affacciano, qualche modesto stabilimento balneare con poche cabine e l'immancabile ristorantlno, i tavolini su un impiantito di legno protetti da una tenda e la cucina fumosa e angusta sul retro. Dovunque una selva di ombrelloni di ogni colore e sedie a sdraio di legno e tela. Prende una cabina e si spoglia lentamente e siede su un piccolo scoglio, mentre l'ansia per l'ormai prossimo comparire di Serena aumenta e lo rende nervoso. La sua ragazza appare e il costume le fascia il corpo moderno e perfetto e la spiaggia s'illumina di quella bellezza degna di ben altri scenari. Giorgio si maledice per il grasso accumulato durante l'inverno che lo fa sentire una misera cosa al confronto di lei. Eppure è alto, le spalle larghe. il torace ampio, le braccia e le gambe muscolose, ma ha la pelle ancora non abbronzata e il ventre leggermente adiposo.
Finalmente i giovani fanno il bagno e i natanti ancorati a qualche metro dalla spiaggia sono degli ottimi e provvidenziali paraventi. Giorgio e Serena nuotano affiancati nell'acqua tonificante e si distaccano dagli altri. Che bello stare vicini e poter parlare in libertà e illudersi di essere soli con tutto il mare a loro disposizione. Dietro una barca si baciano e la saliva si mescola con l'acqua salata e le gambe si intrecciano ed i corpi si toccano. Un silenzio incantato li avvolge dimentichi di tutto. Il brusio dei
Bagnanti, i rombanti motoscafi, le onde che urtano il legno, il tonfo ritmato dei remi nell'acqua si annullano e si perdono nell'aureola dorata dei capelli di Serena e nei suoi occhi azzurri.
Più tardi la pineta solitaria e odorosa li accoglie: mano nella mano percorrono i dolci pendii fra i tronchi scagliosi e rossastri e le chiome scure che si profilano nitide e nere contro il cielo limpido e simili a immensi, compiacenti ombrelli sembrano voler proteggere il lieto rincorrersi dei due innamorati, le parole d'amore scambiate a voce alta senza misteri, senza dover nascondere i loro sentimenti fra la gente curiosa, o nel buio di cinematografi dall'aria viziata o negli anfratti di androni vetusti. Sdraiati fianco a fianco sul tappeto di foglie aghiformi fra i cespugli del rado sottobosco riposano dopo le effusioni frementi e dolcissime, le guance arrossate, le labbra tumide, le mani appagate e me-mori. Ma il tempo è volato via troppo rapido e il battello riconduce Giorgio verso la città percorrendo il breve tratto di mare che gli appare più largo di un oceano, mentre il viso dolcissimo si sovrappone a qualsiasi altra visione.
I giorni trascorrono lenti. Giorgio non sembra accorgersi di nulla: a stento risponde ai famigliari, e nemmeno gli amici, i lunghi conversari con loro, le serate un po' folli lo interessano più e respinge inviti al mare, ad uscire insieme, a confrontare con loro la preparazione per il prossimo esame e rapido tronca le telefonate per correre nuovamente nella sua stanza a studiare e a pensare a Serena, a rivivere le ore meravigliose di Ischia. A casa comunica che quell'anno non andrà come al solito in montagna, ma all"'isola verde" e, puntuale, il giorno dopo il consueto trenta e lode anche in Descrittiva, con la vespa e la valigia sbarca per un preventivo accordo a Casamicciola, un piccolo centro ai piedi del monte Epomeo. La sua ragazza e lì più meravigliosa che mai: stretti pantaloni accompagnano le linee ineguagliabili 'del corpo flessuoso e l'abbronzatura dorata dà risalto agli ~ occhi azzurri. Una corsa frenetica sullo scooter li conduce fra vigneti incantati e il ronzio delle vespe laboriose sottolinea i loro baci e le frasi d'amore. E solo l'inizio di giorni magici che nulla può turbare: l'atteggiamento scostante e sospettoso della madre, la presenza quasi continua del fratello che viene elusa con stratagemmi geniali, il corteggiamento dei giovanotti della comitiva affrontati e scoraggiati uno per uno da Giorgio e infine il pedinamento da parte del padre messo sull'avviso da qualche deluso adoratore che coglie di sorpresa i due innamorati e rende necessaria una spiegazione e una specie di fidanzamento ufficiale, contrastato fino all'ultimo dalla madre che non vede di buon occhio la differenza di censo e di estrazione fra i due giovani.
Giorgio fa quindi il suo ingresso nella piccola e modesta abitazione presa in fitto dalla famiglia di Serena: due stanzette arredate sommariamente, ma allietate da finestre che fra le piante profumate di un giardino permettono di scorgere il mare non lontano e di avvertirne il sapore acre e il rumore dolce della risacca. La fanciulla al colmo della felicità e orgogliosa la sera nella rituale passeggiata lungo il centrale corso Vittoria Colonna può mostrarsi sottobraccio del suo ragazzo precedendo di qualche passo la madre e il fratellino. O preparargli succose cenette e sussurrargli parole d'amore, mentre distesi sulle sdraio godono il fresco della sera.... | |
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