Bruno Admin
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| Titolo: TESI DI LAUREA IN ING (parte II) Ven Nov 25, 2011 7:35 pm | |
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Nella metà del 1800 il francese Lambot costruì una[/color]
barca in cemento con armatura in ferro. Da questa prima
applicazione nasce l'idea del cemento armato (ovverosia
un conglomerato di cemento, ghiaia e sabbia impastati
con acqua in cui è stata preventivamente immersa un'aj^
matura metallica), che cominciò a diventare un metodo
costruttivo nel 1870, quando Monier brevettò un sistema
di armatura in ferro rappresentata da una specie di re-
ticolato di fili o di tondini pressoché uniformemente
immersi nella massa del getto. Ma solo nel 1892 fu usa-
ta l'armatura in modo razionale, cioè proporzionata al-
l'intensità degli sforzi da sopportare e venne dato i m_
zio a sistemi di calcolo matematico per individuare e
misurare gli sforzi interni in intensità e in dirczione
e quindi per graduare gli spessori del calcestruzzo e
le sezioni metalli che.
L'applicazione del cemento armato in modo abba-
stanza continuo però inizia nei primi decenni dei Nove-
cento, per poi diventare pressoché totale nel dopoguer-
ra e principalmente nei nostri giorni.
I vantaggi del cemento armato nelle costruzioni so
no, come abbiamo in parte accennato, la massima adatta-
bilità delle forme e delle dimensioni, la grande resi-
stenza che può essere proporzionata agli sforzi da so-
stenere, la rapidità di esecuzione e l'indipendenza del
la struttura portante dalle parti di riempimento, la mo
noi i ti cita del complesso che viene a resistere anche a_[
l'azione di forze orizzontali come vento e terremoto,
la libertà distributiva dell'interno della costruzione
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rappresentata dalla possibilità di avere grandi portate
con sostegni isolati, ovverosia i pilastri, molto di--
stanziati fra di toro.
Mentre vi sono tanti vantaggi, dobbiamo riscontra-
re degli inconvenienti tutfaltro che da trascurare,
quali la facile trasmissione del calore e del suono, o_[
tré ad altri quali la difficoltà di adattamento nel ca-
so di successive varianti al fabbricato, i pericoli
rappresentati da una non eccessivamente accurata posa
del ferro e un getto difettoso che annullerebbero la rè
sistenza agli sforzi di compressione. Quindi i sistemi
costruttivi moderni, con la loro ossatura monolitica e
le pareti non più portanti e quindi sottili per motivi
economici di carico e di spazio, si oppongono male al
passaggio dei calore e del suono.
Le strutture murarie del passato in pietrame di
forte massa e spessore davano una ben diversa coibenza.
Inoltre gli impianti di riscaldamento, presenti quasi
in ogni fabbricato, sono costretti a un superlavoro e a
una superdispersione del calore prodotto. D'altra parte
il caotico traffico dei nostri tempi rende quasi inabi-
tabili appartamenti dove, fra l'altro, vi è una facile
trasmissione,da un ambiente all'altro, di suoni prodot-
ti dallo smodato e continuo uso di apparecchi televisi-
vi, radiofonici e riproduttori di cassette e dischi.
Vi è però un altro problema che si fa sempre più
pressante, ovverosia le esigenze ecologiche che impongo
no di combattere l'inquinamento limitando a un minor u-
so i bruciatori degli impianti di riscaldamento.
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Da qui si deduce la necessità di opportuno isola-
mento termico con materiali i cui spessori debbono esse^
rè dimensionati in base ad esigenze tecniche, a conside^
razioni economiche, al rispetto di norme a carattere ob
b1 i gatorio .
I.7 L'isolamento termoacustico
Volutamente fino ad ora abbiamo riportato la de-
scrizione dei fabbricati abitativi suddivisi per i tré
tipi fondamentali e ci siamo limitati a raccogliere no-
tizie da testi che si fermano agli anni Sessanta.
Si può notare che l'unico accenno all'isolamento
termico avviene a pag. 4, dove si pensava di atturalo
interponendo nelle pareti perimetrali (formate da una
doppia fila di mattoni o blocchi speciali) la cosiddet-
ta camera d'aria, ovverosia uno spazio non occupato da
materi al e.
Tale principio, tanto comune agli ingegneri operar
ti fino agli anni Sessanta, non è certamente esatto e
lo dimostreremo nella seconda parte del nostro lavoro.
Personali esperienze, sempre di quegli anni, ci
confermano, se non una generale assoluta ignoranza sul-
l'argomento, perlomeno una non eccessiva attenzione al
problema sia da parte dei progettisti, che della legi-
slazione vigente. All'epoca, qualche luminoso esempio
di costruttore e progettista incominciava ad utilizzare
(peraltro non in modo sempre corretto) materiali del tj_
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pò poputit, eraclit e similari che non erano altro che
sfilacciature di pioppo immerse in cemento. Si ottene-
va, è vero, qualche effetto superiore alla semplice ca-
mera d'aria e al semplice tramezzo interno formato da
mattoni forati, ma si era molto lontani da una risolu-
zione in modo accettabile del problema. Finanche nelle
case signorili e di lusso si procedeva con la semplice
camera d'aria, o aumentando lo spessore delle pareti,
ma in modo tutt'altro che sufficiente. Per non parlare
poi dell'assoluta assenza di ogni e quatsiasi riferimeji
to, dal punto di vista dell'isolamento, alla struttura,
alle tubazioni e agli impianti.
Fu proprio negli anni Sessanta che l'industria iji
cominciò a produrre su più vasta scala una serie di ma-
teriali quali vermiculite, perlite, sugheri, pomice con^
glomerata, tana di roccia, polistirolo espanso e lana
di vetro e a pubblicizzarla, ma solo a stento si riuscj_
va, nella disattenzione generale, a ottenere qualche aj)
plicazione che forniva (laddove eseguita con correttez-
za) dei risultati davvero stupefacenti e che ci riser-
viamo di dimostrare nella seconda e terza parte del no-
stro 1avoro.
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II, CONTESTO CRITICO
11.1 Termi ca
Da quanto riportato nella prima parte, ne deducia-
mo che la realizzazione di edifici corretti dai punto
di vista termico ed acustico richiede 1a conoscenza sia
di alcune nozioni scientifiche di base, che quella di
un certo numero di soluzioni pratiche. Si potrà quindi,
una volta prefissati disperdimenti termici (ad esempio
quelli richiesti dal progettista dell'impianto di ri-
scaldamento) evitare la formazione di condensa sulle
superfici interne delie costruzioni e assicurare, sia
in estate che in inverno, un adeguato comfort agli in-
di vi dui .
11.2 Unità di misura
Incominciamo col definire le unità di misura di
calore, della temperatura e del calore specifico.
Il calore è misurato in grandi calorie (kcal) che
sono la quantità di calore necessaria per elevare la
temperatura di un kg di acqua distillata e disaereata,
da +14°C a +15°C alla pressione atmosferica di 760 mm
di mercurio.
La temperatura è l'indice' del livello energetico
a cui si trova i1 calore e, tranne che nei paesi anglo-
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sassoni, la sua misura si effettua mediante la scala
centesimale o Celsius in cui lo 0°C indica la temperata
ra del ghiaccio fondente, e 100°C quella dell'acqua boj_
lente alla pressione di 760 mm di mercurio. Un centesi-
mo di questa scala rappresenta il grado centesimale.
Il calore specifico di un corpo è la quantità di
calore necessaria per elevare di 1°C la temperatura
della sua untià di massa a pressione o a volume costan-
te. Quindi il calore specifico si misura in kca1/kg°C.
11.3 Trasmissione del calore
Ora, fra due corpi a diversa temperatura il calore
si trasmette da quello a temperatura più alta all'altro
a temperatura più bassa fino all'equilibrio termico, se
vi è assenza di altri fenomeni. La trasmissione del ca-
lore può avvenire per conduzione, convezione o irraggia
mento.
Nella conduzione, che è caratteristica dei solidi,
le molecole del corpo, pur dotate di agitazione conti-
nua, non subiscono spostamenti definiti, ma occupano
sempre la stessa posizione media e quindi non si ha tra_
sporto di materia.
Nella convezione, che è dei liquidi e dei gas, la
trasmissione avviene per un movimento macroscopico di
certe parti della massa del fluido rispetto ad altre e
quindi vi è trasporto di materia.
Infine nell'irraggiamento la trasmissione non di-
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pende dalla presenza di molecole. E' una trasmissione
di energia simile a quella dell'energia luminosa che si
propaga anche nel vuoto.
11.4 Coefficiente di conducibilità termica.
Caratteristica fondamentale del materiale isolante.
Adduzi one
II coefficiente di conducibilità termica è la quan^
tità di calore, espressa in kcal che attraversa un me-
tro quadrato di superficie del corpo considerato, dello
spessore di un metro, in un'ora di tempo e per una dif-
ferenza di temperatura di 1°C tra le facce parallele di
detto corpo.
Da quanto scritto in precedenza si deduce che un
materiale è tanto più isolante quanto minore è il suo
coefficiente di conducibilità termica.
Nei corpi solidi la trasmissione del calore (per
conduzione) è dipendente dalla natura chimica, dalla pjj
rezza della struttura molecolare e altro del corpo stes^
so. Si è sperimentato che l'aria, se racchiusa in celle
di piccolissime dimensioni per cui sono molto ostacola-
ti i moti convettivi, da un valore del coefficiente di
conducibilità termica molto basso.
Da qui nasce che vengono considerati materiali is()
lanti quelli che hanno coefficienti di conducibilità
termica inferiore a 0,1 kca1/mh°C.
Quindi un materiale isolante, caratterizzato da[/color]
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Sergioadmin
Numero di messaggi: 881 Punti: 2300 Reputazione: 0 Data d'iscrizione: 08.03.09
Oggetto: Re: Tesi di laurea in Ingegneria civile-edile (anni Sessanta) Lun Feb 01, 2010 12:29 pm |
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| Sergioadmin
Numero di messaggi: 881 Punti: 2300 Reputazione: 0 Data d'iscrizione: 08.03.09
Oggetto: Re: Tesi di laurea in Ingegneria civile-edile (anni Sessanta) Lun Feb 01, 2010 12:31 pm |
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