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| PRIMI BACI, racconto | |
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Bruno Admin
Numero di messaggi : 3063 Data d'iscrizione : 27.10.08 Località : Napoli Personalized field :
| Titolo: PRIMI BACI, racconto Mer Mag 20, 2009 5:55 pm | |
| Il racconto che segue è uno dei primissimi tentativi di fare narrativa di Cotronei.Si potrà qui riconoscere un'influenza neorealistica e una forma che dà la precedenza al contenuto, cosa che non avviene più nelle successive prove di Cotronei che equilibra la forma al contenuto)
La casa degli Arrighi era molto ampia, arredata con gusto e situata in una bella strada panoramica. La famiglia era composta da cinque persone : l'ar- chitetto, la moglie, due figlie e un figlio di sedici anni, Sergio. Vi era già un'altra persona di servizio, un'at- tempata cuoca di nome Cesira. Sergio era un ragazzo di media statura, legger- mente robusto, bruno con dei bellissimi occhi neri. Frequentava il liceo e stava pochissimo in casa per- ché spesso di pomeriggio si recava agli allenamenti sportivi o in giro con gli amici. Come sua abitudine, si era subito interessato a quella nuova e giovane donna che era entrata in casa e l'aveva trovata belloccia e principalmente con le braccia molto attraenti (erano la sua passione). Gli erano anche piaciuti quegli occhi celesti sognanti e quello sguardo un po' triste e timido. Incominciò a starle intorno e a rivolgerle spesso la parola, approfittando dei momenti nei quali non poteva essere sentito dai familiari o da Cesira, ma le risposte di Maria Caterina lo lasciavano sconcer- tato. Non riusciva a capire se le era simpatico, se con lei, come con le domestiche precedenti, avrebbe potuto iniziare un colloquio più intimo. Maria Caterina, quando Sergio cominciò a ron zarle intorno, a rivolgerle amichevolmente la parola, a farle qualche domanda su di lei, provò subito il bisogno di fargli capire che era in quella casa solo per lavoro e che desiderava essere lasciata in pace, altrimenti avrebbe cercato un altro posto. C'era però qualcosa in quel ragazzo, perché in definitiva di un ragazzo si trattava, che le impedì di essere brusca, così come era diventata in quegli ultimi tempi, per cui incominciò ad essere un po' più gentile nelle risposte. Ella sentiva negli approcci di Sergio qualcosa di diverso dalle sue esperienze precedenti, ma principalmente era attratta dal suo bei parlare e dai suoi modi civili che le rivelavano un mondo maschile fino ad allora a lei sconosciuto. Quali uomini infatti in precedenza ella aveva trattato con un po' di amicizia e non da domestica? I soldati, gli operai, i contadini, gli autisti, giovani anch'essi, ma di età maggiore e principalmente di estrazione e cultura diverse. Era l'ambiente degli studenti, ma degli studenti della grande città e di famiglia della media e alta borghesia che, attraverso Sergio, incominciava a co- noscere. Poi quel ragazzo le piaceva, le sembrava molto bello e principalmente non ravvisava nel suo modo di fare quelle manifestazioni di desiderio dei sensi che aveva sempre o quasi avvertito in Alfredo e Biagio. Incominciò, quando rassettava la stanza di lui, a trattenervisi più a lungo, a sfogliare i suoi libri scolastici e a riordinare quasi con amore i suoi indu- menti. Inoltre ora accettava quasi con un sorriso - da quanto non sorrideva più ! • le sue attenzioni e le sue domande. * * * Un pomeriggio Maria Caterina era sola in casa, sentì bussare alla porta e si recò ad aprire: era Sergio. « Ciao, Maria Caterina, hai visto che bella gior- nata? Sono tornato per prendere della roba. Mi fai un caffè e me lo porti nella mia stanza ? », disse Sergio che sapeva che la ragazza era sola e di proposito era rientrato. « Sì, è una bella giornata. Ora glielo porto », fece Maria Caterina e avvertì un vivo senso di contentezza. Dopo un po' gli portò il caffè. « Posso? Ecco il caffè ». « Poggialo lì », disse Sergio indicandole lo scrittoio. « Sai, oggi devo andare all'allenamento di pal- lacanestro, ma mi sento stanco e ho un po' di mal di testa. Forse è febbre, tu cosa ne dici ?» e, afferratale la mano, la accostò alla sua fronte. « Senti come scotta ». « Ma non mi sembra », disse Maria Caterina. « Senti meglio. Che bei braccio che hai, com'è morbido », disse Sergio accarezzandole il braccio pieno. «Ma cosa fa, mi lasci!», fece lei tentando di ritirare il braccio. « Perché fai così? Ti ho detto che non mi sento bene e volevo che tu mi curassi. Ti sono così antipa- tico che non ti posso parlare e accarezzare un po'? E poi, perché non mi dai del tu? Siamo giovani tutti e due », disse Sergio e continuò ad accarezzarle il braccio e poi, attrattolo verso di sé, incominciò a baciarlo delicatamente senza dire altro. Maria Caterina fu tentata di ritrarsi e di scappar via, ma si sentiva, dopo tanto tempo e forse per la prima volta, piena di tenerezza e rimase ferma, mentre Sergio continuava a carezzare e baciare il braccio dalla spalla alla mano. A un certo momento Maria Caterina prese la mano di Sergio, se la portò alle labbra e incominciò a sua volta a baciarla appassionatamente. Anche Sergio provò molta tenerezza e i due rimasero così a lungo mentre reciprocamente si baciavano le mani e le braccia. Dopo qualche tempo Sergio, sempre senza par- lare, si tolse da quella posizione e incominciò ad accarezzarle le guance, i capelli e poi condusse le mani verso il seno pieno di Maria Caterina. « No, qui no ! », disse lei. « Perché no? » « Perché non voglio ». « Ma non mi vuoi bene? » « Sì, ma non voglio che tu fai questo », disse Maria Caterina con un tono che non ammetteva rèpliche. Sergio pensò bene di non rovinare tutto e, dopo altri baci e carezze sempre sulle braccia, la salutò e andò via.
« » «
Per molti e molti giorni, cogliendo i momenti nei quali non rischiavano di essere visti, i due continuarono ad abbracciarsi e a carezzarsi in quel modo, ma, ogni volta che Sergio tentava di toccarle il seno o di far scivolare la mano sotto la gonna. Maria Caterina lo fermava con decisione. Ella provava tanta tenerezza e tanto affetto per quel ragazzo, ma non voleva che anche con lui i rapporti prendessero la solita piega. D'altra parte, anche dal punto di vista fisico non aveva mai sentito tanto appagamento come lo avvertiva alle carezze di Sergio. Era tanto bello stare così, sentirlo parlare, chiedergli quello che faceva a scuola e quando usciva, curare i suoi libri, i suoi vestiti, la sua biancheria. Una sera verso le 11, mentre gli altri erano già andati a letto o si accingevano a farlo, Sergio l'avvicinò nell'ingresso di casa e incominciò, come al solito, a baciarla, ricambiato da lei. Ad un certo momento, mentre il rischio di essere visti aumentava, lui le pre- se la testa fra le mani e la baciò sulle labbra, tentando però di darle un vero bacio. Ne venne fuori uno strano bacio che non era ne sulle labbra, ne da amanti, ma sui denti. La passione di Sergio era grandissima e quella di Maria Caterina fu ancora maggiore, mista a tenerezza, in quanto si accorse che quel ragazzo non sapeva ancora dare un vero bacio d'amore. Fu un momento d'incanto che però fu interrotto dal rumore di una porta che si apriva e che costrinse i due a salutarsi affrettatamente. Incominciò un periodo bellissimo. Sergio e Maria Caterina coglievano ogni occasione per stare insieme a baciarsi in modo compiuto, ad accarezzarsi e, ora, lei permetteva a Sergio di toccarle il seno e le cosce al di sotto dei vestiti. Adesso era lei che parlava per prima e interrogava continuamente Sergio su tutto e provava per lui sempre più affetto. Lo teneva però un pò discosto quando avvertiva che lui, durante le loro effusioni, si eccitava e sentiva il suo pene farsi duro. Provava allora due desideri contrastanti. Il primo era di insegnare a Sergio a fare all'amore, l'altro era quello di non rovinare un sentimento così bello e puro. Inoltre, in quelle occasioni, il passato le riaffiorava alla mente e la tristezza dei mesi precedenti ritornava a farsi viva. Sergio non aveva naturalmente una grande esperienza e rimaneva sconcertato dal comportamento di quella strana ragazza. Le piaceva molto e con lei si sentiva forte ed importante, ma non capiva perché si vedeva respingere proprio quando la credeva in suo potere e la sentiva emettere gridolini di gioia e di piacere. Comunque tutto quello che stava accadendo per lui era molto bello, perché si sentiva uomo e uomo attraente e spesso ricordava quanto lo aveva fatto penare una sua bella amica che aveva corteggiato a lungo con scarsi risultati. Passavano così i giorni e le settimane e i due giovani continuavano nel loro amoreggiare. Maria Caterina con una nuova serenità e un nuovo scopo nella vita. Sergio con una nuova sicurezza. Il giorno di libera uscita Maria Caterina lo trascorreva ad attendere Sergio che, dopo essere uscito per un po', rientrava in casa e, se i due erano rimasti soli o con limitate possibilità di essere visti, subito incominciavano a parlare, a carezzarsi e a baciarsi. Maria Caterina non sentiva alcun bisogno di uscire, tutto il suo mondo era in quella casa, ma, certo, sarebbe stata più felice se Sergio l'avesse condotta a passeggio o al cinema e comunque con lui. Ella avvertiva come neo di questa sua nuova felicità il fatto che tutto doveva svolgersi di nascosto e a volte incominciava a chiedersi quali prospettive il loro amore potesse avere e che futuro le sarebbe stato riservato. Certo, si rendeva conto che Sergio era di un altro ambiente, di altra cultura e di un altro avvenire. Ma perché pensare ? Aveva avuto la fortuna di ritrovare, anzi di trovare, il vero amore che per lei era rappresentato dalla tenerezza e dall'affetto e non dal puro atto sessuale. Nel periodo che era stata con Biagio aveva subito e poi anche apprezzato il suo amore tutto sesso, ma ciò perché era stata schiacciata dalla personalità violenta dell'autista ed anche perché allora non sapeva che si poteva parlare di tante cose e che nella vita vi potevano essere tanti interessi che andavano al di là delle ristrette esigenze animalesche. Ella in quel periodo ascoltava tutto quello che si diceva in casa Arrighi. Cercava, attraverso le conversazioni che sentiva, di apprendere, apprendere e apprendere, cercava di elevarsi quanto più possibile al livello di quell'ambiente. Si ricordava allora con orgoglio che, quando andava a scuola (aveva conpletato le classi elementari), la maestra diceva che era molto brava e che avrebbe dovuto proseguire negli studi. Ciò purtroppo non era stato possibile e quindi, dall'età di undici anni, aveva dovuto dedicarsi al lavoro nei campi e a quello più leggero dell'allevamento di conigli e galline. Però anche in quel periodo aveva letto tutto quello che le era capitato e principalmente dei buoni libri che la vecchia maestra di tanto in tanto le prestava. Sergio sentiva tenerezza per quella giovane donna che gli era capitata in casa e provava orgoglio per l'amore che era stato capace di suscitare in lei. Inoltre la dedizione quasi assoluta che Maria Caterina aveva per lui gli dava un senso di potenza. Provava naturalmente gusto a baciare quella bocca ardente, quelle braccia e gambe piene e sode e ad accarezzare quel seno turgido e spesso era tentato di compiere, con questa ragazza che la fortuna gli aveva messo a disposizione, quell'atto così importante che egli ancora non aveva fatto compiutamente. Alcune cose però gli avevano fino ad allora impedito di attuare quanto egli desiderava : una, gene- rica paura verso qualcosa che per lui era ancora abbastanza misteriosa ; le complicazioni che ne sarebbero potute derivare, in quanto pensava che la ragazza fosse ancora vergine ; l'eventualità di poter avere un figlio con conseguenti richieste di matrimonio ; il pericolo che i genitori ne sarebbero potuti venire a co- noscenza e forse, principalmente, il fatto che Maria Caterina, proprio quando lui era più eccitato e cominciava a pensare di spingersi oltre, in luogo di inco- raggiarlo, cercava di calmarlo in tutti i modi. Continuava perciò così, traendone lo stesso grandissimo godimento, con i baci, le carezze e tutto il resto. Sentiva che lei avrebbe voluto tanto uscire con lui, ma, se da una parte provava desiderio di condurla al cinema o a fare una passeggiata, sia per farla contenta, sia per potérla baciare e accarezzare anche fuori di casa, d'altra parte egli si rendeva conto che, pur essendo Maria Caterina una bella ragazza, non possedeva certo dei bei vestiti ed appariva più fine quando era in abiti da lavoro di quando invece era vestita per uscire, come l'aveva vista una volta. In quell'occasione si notava chiaramente che non sembrava una ragazza di città, ma solo ciò che in definitiva era : una bella contadinotta. Un giorno di libera uscita Sergio le disse : « Vestiti, ti porto al cinema » e vide che lei, pazza di felicità, si diresse correndo verso la sua camera per prepararsi. Egli aveva già studiato precedentemente a quale cinema condurla e come giungere separati ad una certa distanza da casa. Mentre la ragazza si vestiva, riaffioravano nella mente di Sergio tutte le perplessità che gli avevano impedito fino ad allora di condurla ad uscire e quindi si pentì di ciò che le aveva detto. Ma ormai era tardi e poi le avrebbe causato un grosso dispiacere. Di lì a poco Maria Caterina uscì dalla sua stanza tutta bella agghindata a festa proprio nel modo che Sergio più temeva. Fu sul punto di dirle che non se ne faceva più nulla, ma non ebbe il coraggio di farlo e rapidamente le impartì le istruzioni su come raggiungere il cinema ed uscì. Non fu per Sergio un pomeriggio indovinato.
Ultima modifica di Bruno il Mer Mag 20, 2009 6:56 pm - modificato 1 volta. | |
| | | Bruno Admin
Numero di messaggi : 3063 Data d'iscrizione : 27.10.08 Località : Napoli Personalized field :
| Titolo: Re: PRIMI BACI, racconto Mer Mag 20, 2009 6:23 pm | |
| quasi sempre in preda a nervosismo, perché era preoccupato di essere visto in compagnia di quella ragazza. L'ingresso e l'uscita dal cinema, lo stare seduti vicini durante gli intervalli e il breve tratto di strada che fecero insieme acuirono questo suo stato. Solo quando le luci erano spente e la pellicola proiettata, provò qualche piacere a causa delle sollecitazioni di lei che era ancora più affettuosa e sottomessa del solito. Maria Caterina, di ritorno a casa dopo il cinema, era, nonostante tutto, felice. Finalmente era potuta uscire con il suo Sergio, aveva potuto sedergli accanto in un locale pubblico, stringerlo tra le braccia in mezzo ad altra gente e camminargli vicino per le strade della città. Aveva, è vero, notato il nervosismo di lui, la sua fretta nell'entrare e nell'uscire dal cinema e il non prenderla a braccetto nel breve tratto di strada che avevano percorso insieme, ma, pur sospettando la verità, aveva preferito credere che si trattasse di timidezza dovuta alla giovane età di Sergio. Sentiva di amarlo sempre di più e sperava di potergli essere vicina per sempre, o per quanto più tempo possibile.
* * * Nei giorni seguenti Sergio si tratteneva sempre meno in casa col pretesto di impegni sportivi o di studio e Maria Caterina coglieva ogni momento della sua presenza per cercare di stargli vicino. Lo amava tanto e tanto lo desiderava che, quando serviva in tavola, non poteva fare a meno, nonostante la presenza dei genitori e delle sorelle, di sfiorarlo, cogliendo ogni occasione come porgergli un piatto, pren- dere un tovagliolo che lasciava cadere in terra e molte altre. Un giorno Sergio la redarguì dicendo : « Devi stare attenta. Non possiamo fare accorgerò a nessuno di quello che c'è tra noi. Già Cesira, credo,sospetta qualcosa ». « Sergio, stai tranquillo, starò più attenta, ma vorrei tanto far sapere di noi. Cesira mi ha chiesto tante volte se mi piacevi e se tu avevi tentato qualcosa con me, ma io non le ho nemmeno risposto. Mi ha anche detto che tu hai dato fastidio a tutte le altre cameriere giovani che sono state qui prima di me, ma io non ci credo. Ricordo il primo bacio che mi hai dato e credo che prima non avevi baciato nessuna ragazza, vero? » « Ma che dici? Credi ai pettegolezzi di Cesira? Poi cosa c'entra il primo bacio ? Avevo voglia di baciarti così », disse Sergio innervosito e anche un po' mortificato. In quel periodo Sergio, con la sicurezza che gli aveva dato il rapporto con Maria Caterina, era diventato più ardito e spigliato con le ragazze che conosceva e incominciava a raccogliere qualche successo. Sovente capitava che qualcuna di queste ragazze telefonasse a casa per chiedere di lui. Maria Caterina, che rispondeva al telefono, passava la comunicazione o annotava i messaggi. Quando rimaneva sola con Sergio, lo interrogava in proposito e notava che lui diventava sempre più autoritario e nervoso nei suoi confronti. Le effusioni e i baci continuavano sempre con l'intensità di prima, ma con minore frequenza e poi Sergio le mostrava meno tenerezza e andava più rapidamente al sodo. Non vi erano più da parte sua quei lunghi baci alle braccia, ma sempre di più un frugare e un baciare sotto la camicetta e la gonna, oltre a violenti baci d'amore. Incominciava a rassomigliare in questo a Biagio anche se, dopo i tentativi di qualche tempo prima e l'opposizione della ragazza, non provava più a cercare di fare 1'amore. Forse il timore di perderlo, che da vago si faceva sempre più consistente, avrebbe spinto ora Maria Caterina a concedergli tutto, ma lui non tentava e poi lei aveva paura che si accorgesse che non era più vergine. Più volte in passato avevano parlato delle sue esperienze precedenti e lei, fra le lacrime, gli aveva raccontato dell'immensa e amara delusione che le aveva procurato il rapporto con Biagio e del suo desiderio di farla finita con la vita, ma gli aveva taciuto che il fidanzamento e il previsto matrimonio le avevano causato la perdita della purezza. * * * L'anno scolastico stava volgendo al termine e Sergio, secondo quanto diceva a Maria Caterina, se la sarebbe cavata come al solito con un paio di materie di scarsa importanza da riparare in autunno. Dopo quel giorno che erano stati al cinema, non erano più usciti insieme e Maria Caterina giustificava Sergio per la maggiore quantità di tempo che era costretto a dedicare allo studio per le decisive interrogazioni di fine anno. Ciò le forniva un'adeguata motivazione anche per il minor tempo che i due trascorrevano nelle solite effusioni. Ma ella si consolava con la convinzione che, una volta conclusosi l'anno scolastico, avrebbero potuto ampiamente rifarsi. C'era però una nuova preoccupazione : aveva sentito, e sempre più spesso, parlare in famiglia di villeggiatura e cercava di informarsi dalle sorelle e da Cesira di dove sarebbero andati e per quanto tempo. La confortava il fatto che Sergio, già dall'anno precedente, faceva villeggiatura indipendente per cui lei pensava che non solo il ragazzo sarebbe potuto stare fuori città meno tempo, ma che, in assenza dei familiari e con la sola presenza di Cesira, le avrebbe potuto dedicare più tempo e in maggiore libertà. Forse allora avrebbe potuto concederglisi tutta e trovare il coraggio di spiegargli e fargli accettare la sua perduta verginità. Rimase quindi molto male quando una mattina, l'ultima di scuola, lo sentì arrivare in casa lutto contento e annunciare con entusiasmo al padre che le ultime interrogazioni erano andate bene, per cui non sarebbe stato necessario attendere i risultati ufficiali e sarebbe potuto partire il giorno dopo per Fiuggi. Il padre acconsentì e gli diede del denaro per il viaggio e il soggiorno. Quella sera Sergio si appartò con Maria Caterina e le disse : « Sai, domani parto per Fiuggi e mi tratterrò una quindicina di giorni. Ne ho proprio bisogno. Hai visto quanto ho studiato ». « Ma, Sergio, non preferisci stare con me? E io come faccio a stare senza di tè? », gli disse Maria Caterina con il volto triste, mentre lo carezzava e lo baciava. « Sono solo quindici giorni e ne ho bisogno. Poi al mio ritorno staremo spesso insieme », fece Sergio e l'abbracciò e l'accarezzò con la tenerezza di una volta. I due stettero a lungo insieme e moltissimi furono i baci, le carezze e, da parte di lei, le dichiarazioni d'amore e di dedizione. | |
| | | Bruno Admin
Numero di messaggi : 3063 Data d'iscrizione : 27.10.08 Località : Napoli Personalized field :
| Titolo: Re: PRIMI BACI, racconto Mer Mag 20, 2009 6:52 pm | |
| * * * I quindici giorni che Sergio soggiornò a Fiuggi furono per Maria Caterina un tormento. Quanto era importante quel ragazzo per lei lo sapeva, ma non immaginava tanto. Quella casa senza di lui sembrava alla giovane donna triste e vuota. Gli orari dei pasti, prima così attesi per la sicura presenza di Sergio, erano ora motivo ulteriore di tristezza. Spesso, quando non era vista, entrava nella stanza di lui e guardava con amore i suoi libri, i suoi vestiti, le sue cose e a volte si stendeva sul suo letto e, pensando che quei materassi, quelle lenzuola, quei cuscini accoglievano il corpo di Sergio, si eccitava e immaginava di essere accarezzata e baciata e provava uno struggente desiderio di averlo nuovamente accanto. Cosa stava facendo Sergio in quei giorni? Era con ragazze? Stava baciandone qualcuna? Pensava mai a lei? Perché non le telefonava? Sapeva che era a Fiuggi e aveva potuto conoscere, leggendo un telegramma che Sergio aveva inviato ai genitori, il nome della pensione dove alloggiava. Ma perché non le telefonava ? Gli importava di lei ? Più volte, andando con la mente alle ultime settimane e al suo modo di fare con lei, giunse alla convinzione che Sergio la considerava solo un passatempo, un episodio, anche se piacevole, della sua vita. Poi ripensava ai primi tempi, alla tenerezza, a quei caldi baci, alle belle parole che le aveva detto, alle conversazioni che avevano avuto, alle pazienti spiegazioni che le aveva dato quando gli poneva domande sulla politica, sulla storia e su tante cose che desiderava sapere per ampliare le sue conoscenze. Come ricordava il modo chiaro e dotto con il quale il suo ragazzo le faceva capire ogni cosa. Sembrava già un giovane professore e lei lo ascoltava con tanto rispetto e tanto amore e poi gli prendeva una mano e la baciava, continuando poi a baciarlo sui capelli, sul collo, sul viso e infine sulla bocca. Allora non era più pessimista. Pensava che un amore così non poteva finire. Avrebbe, è vero, attraversato, così come fra loro già era successo, momenti meno felici, ma poi sarebbe tornato forte come ai primi tempi e forse anche di più. E poi Sergio, la sera prima della partenza, non era stato nuovamente tanto affettuoso con lei? Non le aveva promesso di ritornare per stare più spesso con lei? Quindi di che si lamentava? Forse, anzi sicuramente, quella lontananza avrebbe rafforzato il loro amore. Non uscì mai in quel periodo. I pomeriggi di libera uscita li trascorreva nella sua stanza a leggere. Cesira più volte le chiedeva : « Perché non esci? Hai visto che bella giornata? Ma che ragazza sei. Eh già, attendi Sergio ! Ma lui è fuori e si sta divertendo » e, alle proteste di Maria Caterina, andava via sorridendo. * * * Sergio ebbe molto successo a Fiuggi. Conobbe alcune ragazze di buona famiglia ed ebbe un'avventuretta con la sorella della proprietaria della pensione dove alloggiava. Questa era una bella ragazza bruna, di diciassette anni, di solida struttura fisica e di larga disponibilità verso i pensionanti. Sia con le ragazze della sua condizione sociale che con quest'ultima, gli fu molto utile l'esperienza che aveva avuto con Maria Caterina e principalmente la sicurezza che l'amore e la dedizione di lei gli avevano dato. La vita era bella per Sergio e gli si schiudevano nuovi orizzonti nei rapporti con l'altro sesso. Da una lettera della madre seppe che anche i genitori e le sorelle sarebbero venuti, di lì a pochi giorni, a Fiuggi ed avevano prenotato delle stanze presso un albergo di lusso. Sergio, contrariamente alla sua mentalità che lo portava a villeggiare lontano dai suoi, questa volta fu felice della notizia, in quanto il prendere alloggio in un albergo elegante lo avrebbe favorito, a suo modo di vedere, nell'attivo corteggiamento di una ragazza di famiglia molto ricca che già in quei giorni gli aveva mostrato molta simpatia. Allo scadere dei quindici giorni stabiliti, lasciò la pensione, trasferì i bagagli presso il grande albergo e partì per Napoli, solo per sistemare alcune cose di scuola e prendere altri indumenti. Maria Caterina se lo vide comparire davanti sulla soglia della porta che si era recata ad aprire e dovè fare un grande sforzo per non abbracciarlo - c'erano i familiari in giro per casa -, si illuminò tutta e disse : « Buon giorno, ben tornato ! » « Buon giorno », fece lui con aria indifferente e, superatala, si diresse verso la sua stanza. Tutto il pomeriggio Maria Caterina vide Sergio solo un paio di volte e di sfuggita quando lui attraversò il corridoio e l'ingresso per uscire. Sentì comunque dire dalla signora ad una delle figlie che Sergio sarebbe stato con loro a Fiuggi, ma che sarebbe ripartito già il giorno dopo e li avrebbe attesi sul posto. La povera ragazza si sentì venir meno. Ma come, dopo averlo tanto atteso e quando pregustava di poter rimanere insieme con maggiore libertà, lui sarebbe andato subito via ? Non doveva essere possibile. Ma forse sì. Non era stato così frettoloso e freddo nel salutarla ? Ma forse non voleva che i familiari vedessero e capissero qualcosa. Sì, doveva essere così ! La sera comunque avrebbe chiarito tutto. A qualsiasi costo doveva parlare con lui. Venne la sera. Tutti i componenti la famiglia cenarono insieme sul bel terrazzino panoramico e si trattennero a parlare fin verso le 22,30 ; poi gli altri andarono finalmente a coricarsi. Rimase soltanto Sergio a leggere su una sedia a sdraio. Maria Caterina si accertò che gli altri fossero davvero a letto e dopo un po' si avvicinò al ragazzo, si chinò su di lui, lo baciò con grande passione e gli disse : « Sergio, finalmente, non ne potevo più, come stai? Sei dimagrito. Sai, ti ho pensato tanto » e parlando gli accarezzava il viso, gli occhi, le labbra. « Sto bene e tu? », fece Sergio con una certa freddezza. « Io sto bene solo quando ci sei tu. Sapessi quanto ti ho pensato, come ho sognato questo momento. Ora staremo insieme e più liberi » e lo baciò di nuo- vo con immenso trasporto, mentre lo carezzava tutto. « Sì, staremo insieme, ma non subito. Riparto domani e non posso farne a meno », disse Sergio. « Allora è vero, ma perché? I quindici giorni di riposo li hai fatti e fra tré giorni partiranno i tuoi e potremo finalmente stare più liberi », disse concitatamente Maria Caterina, mentre gli occhi le si riempivano di lacrime. « Tu non mi ami più. Dillo se è così, non prendermi in giro » e, gettataglisi fra le braccia, lo carezzava e lo baciava con disperazione. « Zitta, non ti agitare. Non è che non ti voglio bene, è che debbo essere lì. L'estate è appena cominciata e ne avremo di tempo per stare insieme ». « Ma perché devi stare lì? Ah, ho capito, ti sei innamorato di una ragazza, una di quelle studentesse, una che puoi trattare e che non è una cameriera come me. Dillo, sii sincero, è così ». « Senti » fece Sergio, mentre il tono della voce gli si faceva duro. « Ora basta. Ti ho detto che debbo andare lì e domani parto. Se mi vuoi credere, credimi, altrimenti non so che dirti. Ora sono stanco e vado a letto ». « No, non ti arrabbiare. Ho capito, hai ragione, ma stai ancora un po' qui, ti prego, ti prego », disse Maria Caterina trattenendolo, mentre non riusciva a frenare le lacrime. « Va bene, se ti calmi rimango », disse Sergio, « ma non voglio vederti piangere » e, addolcendo il tono, « Sai che ho affetto per tè ». « Sì, sì, caro, non piango più, mi basta solo starti vicino ». Per circa un'ora i due giovani rimasero insieme a baciarsi, accarezzarsi, toccarsi come nei loro giorni più felici e furono quelli per Maria Caterina momenti d'incanto. Aveva voluto cancellare dalla sua mente ogni preoccupazione e gustò ogni attimo di quell'ora. Riuscì anche a chiedergli, fra un'effusione e l'altra, come si era trovato a Fiuggi, cosa aveva mangiato, le passeggiate che aveva fatto e si fece dettagliatamente descrivere la località, la pensione e la camera dove aveva alloggiato. . -i,, Era già passata mezzanotte quando i due si salutarono con un bacio infinito e, mentre Sergio si avviava verso la sua stanza, lei gli accarezzò ancora, in modo dolcissimo, il volto e i capelli. La mattina dopo Sergio partì nuovamente per Fiuggi.
* * * Alcuni anni dopo Sergio, ormai studente universitarlo, mentre era in conversazione con amici davanti alla facoltà di Architettura in via Monteoliveto, vide passare una donna che indossava abiti dimessi. Fu subito attratto da quella figuretta che procedeva con andatura stanca lungo il lato opposto della strada. Gli era sembrato di scorgere qualcosa di familiare in quel viso, ma non riuscì a capire cosa e ritornò a parlare con i colleghi. Ma qualche minuto dopo ricordò : Maria Caterina ' Immediatamente, senza salutare gli amici, corse nella direzione dove si era defilata la donna, ma non la vide subito . la strada era molto affollata - e, quando ormai stava perdendo la speranza di trovarla, la vide e la raggiunse. Le toccò un braccio e la donna si girò II viso e tutto l'insieme ricordavano Maria Caterina, ma in che condizioni ! Le guance incavate, i capelli non curati, gli abiti sciupati. Solo gli occhi sembravano quelli di una volta, ma erano ancora più tristi di come lui li ricordava. « Sei Maria Caterina? » « Cosa vuole? », fece la donna. _ . « Non sei Maria Caterina? Io sono Sergio Arrighi, ti ricordi? » « No », fece la donna e riprese a camminare. « Ma come, lei non si chiama Maria Caterina? », _ insistè Sergio, mentre incominciava a pensare che si trattasse solo di una lontana somiglianzà. « No, non mi chiamo così e mi lasci andare », disse la donna e riprese il suo stanco cammino. Sergio rimase fermo sul posto e ricordò che anni prima, quando era tornato dopo più di un mese dalla villeggiatura di Fiuggi, non aveva più trovato in casa la ragazza e, alle sue domande, gli avevano detto che dopo poco si era licenziata ed era andata via. Egli aveva cercato di sapere dove, ma non vi era riuscito, poi l'aveva dimenticata. Ma di tanto in tanto in quegli anni ad ogni delusione amorosa o presunta tale aveva rimpianto di non aver saputo apprezzare in pieno il grande amore che quella povera, cara, modesta ragazza gli aveva donato. | |
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