E’ l’edificio simbolo di
Urbino e della sua storia, legata a quella rinascimentale della
dinastia dei Montefeltro:
Palazzo Ducale,
il “palazzo in forma di città”, oggi sede della
Galleria Nazionale delle Marche.(foto di
vitto.75Tra storia e arte:
Splendida corte rinascimentale e residenza fortificata, Palazzo Ducale fu voluto da Federico da Montefeltro, e in suo onore sono le scritte incise nel doppio cornicione del Palazzo: “Federico Duca di Urbino, Conte di Montefeltro e Casteldurante, Confaloniere della Santa Romana chiesa e Comandante della Confederazione Italica, costruì questa casa innalzata dalle fondamenta per la gloria sua e della posterità / più volte combatté in guerra, sei volte riunì le schiere, otto volte mise in fuga il nemico e. vincitore di tutte le battaglie, accrebbe il suo dominio. La sua giustizia, la clemenza, la liberalità, la devozione eguagliarono ed onorarono con la pace le sue vittorie”.
Proprio il duca Federico intorno alla metà del XV sec. affidò i lavori per la costruzione dell’edificio al fiorentino Maso di Bartolomeo; secondo suo progetto, nella nuova costruzione venne inglobato l’antico palazzo “della Jole”. Fu però l’opera dell’architetto dalmata Luciano Laurana a dare all’edificio il volto di oggi, con il cortile d’onore, lo scalone e la facciata dei Torricini.
Dopo Laurana,
Francesco di Giorgio Martini portò l’opera quasi a compimento, provvedendo anche alla definizione della parte decorativa della
facciata ad ali che guarda verso la città.
Dopo la morte del duca Federico (1482), i lavori vennero interrotti e solo nella prima metà del secolo XVI l’architetto
Girolamo Genga vi aggiunse il
secondo piano, sopprimendo la merlatura e alterando in parte la fisionomia originaria dell’edificio.
Visita del palazzo:
Si entra dall’ingresso posizionato sulla facciata che guarda la
Piazza intitolata al Duca Federico. Si supera il grande travertino e ci si trova nel
Cortile d’Onore il cui perimetro quadrangolare è percorso dal
porticato.
(Cortile d’onore, foto diYIP2)
Dal
piano terra è possibile immettersi nei sotterranei: qui si trovano quelle che un tempo erano le cucine, con la neviera per la conservazione delle vivande e i forni.
Risalendo al piano terra, si trova la sala che ospitava la
Biblioteca del Duca, descritta anche da Baldassarre Castiglione come la “suprema eccellenza del magno palazzo” e di cui rimane soltanto la decorazione del soffitto con l’aquila nera in pietra. I rari libri greci, latini ed ebraici che riempivano la stanza sono entrati a far parte della Biblioteca Vaticana dopo il passaggio di Urbino allo Stato Pontificio nel Seicento.
Sempre al piano terreno si trova il
Museo Archeologico: cinque sale raccolgono una serie di antiche iscrizioni, riproponendo ciò che un tempo rappresentava il “lapidario” creato nel Settecento dal Cardinale Giovan Francesco Stoppani.
Salendo al
primo piano, dopo aver oltrepassato le stanze degli ospiti, si arriva
all’appartamento del duca, i cui locali sono oggi parte della
Galleria Nazionale delle Marche. La
Sala delle Udienze raggruppa due splendidi capolavori di
Piero della Francesca: la “Madonna di Senigallia” e la “Flagellazione”. Dietro al balcone principale posto tra i Torricini, si trova un ambiente suggestivo, dall’atmosfera raccolta: si tratta dello
Studiolo del Duca. Colpisce subito il lavoro di intarsio: la simbologia è ricchissima e il visitatore è incuriosito a percorrere con lo sgurado centimetro per centimetro le pareti, per cogliere dettagli e particolari. Nella porzione superiore dello studiolo erano collocati 28 ritratti di “uomini illustri” disposti su due ordini, opera di Piero Berruegete e Giusto di Gand. Oggi una parte degli originali, sottratti nel 1632, si trovano a Parigi, al Museo del Louvre.
Utilizzando la scala a chiocciola del Torricino di destra si può scendere al piano inferiore e visitare due ambienti: la “Cappellina del Perdono” ed il “Tempietto delle Muse”. Accostamento che si presenta come un chiaro tributo sia alla divinità cristiana sia alla mitologia classica.
L’ultima stanza dell’Appartamento del Duca è la “
Sala degli Angeli“, così chiamata facendo riferimento ai fregi di Domenico Rosselli (1439 - 1498) che ornano il camino presente al centro della sala. Le lunette e le porte intarsiate arricchiscono questo ambiente che custodisce due dipinti estremamente celebri in tutto il mondo come la “Città Ideale” e la “Profanazione dell’Ostia”. Di quest’ultima fu realizzata da
Paolo Uccello tra il 1465 e il 1468 per l’Oratorio della Confraternita del Corpus Domini di Urbino; in essa l’autore ha voluto narrare in sei episodi il presunto miracolo avvenuto a Parigi nel 1290. Invece il dipinto “Città Ideale” proviene dal Monastero di Santa Chiara di Urbino, ma non se ne conosce la sua funzione originale né l’autore.
Oltre all’Appartamento del Duca, si possono visitare varie sale del primo piano del Palazzo. C’è il “Salone d’Onore”, chiamato anche “
Salone del Trono“, per via del trono papale durante il dominio dello Stato Pontificio (1631 - 1861), che attualmente e
fino al 12 luglio sarà sede della mostra
Raffaello e Urbino, così come l’
Appartamento della Duchessa, al quale si accede attraverso la “Sala delle Veglie”. Nell’Appartamento della duchessa sono solitamente esposte alcune mirabili opere, fra cui il “Ritratto di gentildonna”, quadro di Raffaello conosciuto anche come “La Muta”, e “Santa Caterina d’Alessandria”, opera giovanile dello stesso pittore. La Camera della Duchessa, il Guardaroba e la Stanza della Preghiera chiudono l’appartamento.
Al
secondo piano del Palazzo è evidente il passaggio a un’altra epoca e a un’altra dinastia: dai Montefeltro ai Della Rovere. L’ampliamento venne infatti voluto da Guidubaldo II Della Rovere, e l’intervento avvevve inglobando le originali merlature del Palazzo. Tante le opere d’arte raccolte in questa ulteriore ala della Galleria Nazionale delle Marche.